
Comunità pastorale Madonna della neve
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Buona domenica Vorrei inviare sul canale la nuova proposta per l’estate per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie. La grande novità è che l’oratorio estivo sarà tutto il giorno Chiedo di leggere attentamente il tutto L’oratorio sarà nella struttura di Introbio ma niente paura per coloro che abitano negli altri paesi e non riescono a portare i ragazzi: organizzerò il trasporto. Le iscrizioni sono online…. Ma vi lascio leggere

San Claudio de La Colombière 125. Quando San Claudio de La Colombière venne a conoscenza delle esperienze di Santa Margherita, ne divenne immediatamente difensore e divulgatore. Egli ebbe un ruolo speciale nella comprensione e nella diffusione di questa devozione al Sacro Cuore, ma anche nella sua interpretazione alla luce del Vangelo. 126. Mentre alcune espressioni di Santa Margherita, se fraintese, potevano indurre a confidare troppo nei propri sacrifici e nelle proprie offerte, San Claudio mostra che la contemplazione del Cuore di Cristo, se è autentica, non provoca un compiacimento in sé stessi o una vanagloria nelle esperienze o negli sforzi umani, bensì un indescrivibile abbandono in Cristo che riempie la vita di pace, di sicurezza, di decisione. Egli ha espresso molto bene questa fiducia assoluta in una famosa preghiera: «Per me, o mio Dio, son troppo persuaso che voi vegliate sopra coloro che sperano in voi, e che non può mancar loro cosa alcuna, quando sperano tutto da voi. Son risoluto perciò di vivere per l’avvenire senza cruccio alcuno, e di rimettere a voi tutte le mie inquietudini [...]. Non perderò giammai la mia speranza, la manterrò fino all’ultimo momento di mia vita; e tutti i demoni dell’inferno invano si affaticheranno in quel punto per levarmela [...]. Aspetti pure chi vuole la sua felicità dalle ricchezze o dall’ingegno; confidi altri nell’innocenza della sua vita o nel rigore della sua penitenza, o nell’abbondanza delle sue limosine, o nel fervore delle sue preghiere […]. Per me, Signore, tutta la mia confidenza sta riposta in voi solo. Né questa confidenza ingannò mai alcuno […]. Posso dunque star sicuro che sarò eternamente felice, perché spero fermamente d’esserlo e perché è voi, o mio Dio, siete quello da cui lo spero». [119] 127. San Claudio scrisse una nota nel gennaio del 1677, preceduta da alcune righe che si riferiscono alla certezza che sentiva circa la propria missione: «Ho saputo che Dio ha voluto che lo servissi cercando di realizzare i suoi desideri riguardo alla devozione che Egli ha suggerito a una persona a cui si comunica in modo confidenziale, e a favore della quale ha voluto servirsi della mia debolezza; già l’ho ispirata a parecchie persone». [120] 128. È importante notare come, nella spiritualità di La Colombière, ci sia una felice sintesi tra la ricca e bella esperienza spirituale di Santa Margherita e la contemplazione molto concreta degli Esercizi ignaziani. Egli scriveva all’inizio della Terza Settimana del mese di Esercizi: «Due cose mi hanno commosso straordinariamente. La prima è la disposizione con cui Gesù si è presentato a coloro che lo cercavano. Il suo Cuore è immerso in un’orribile amarezza; tutte le passioni sono sciolte dentro di Lui, l’intera natura è sconcertata, e attraverso tutti questi disordini, tutte queste tentazioni, il Cuore si rivolge direttamente a Dio; non esita a prendere la parte suggeritagli dalla virtù e dalla più alta virtù. La seconda cosa è il comportamento di questo stesso Cuore nei confronti di Giuda che lo tradisce, degli apostoli che lo abbandonano vigliaccamente, dei sacerdoti e degli altri autori della persecuzione a cui è sottoposto; tutto ciò non è stato in grado di suscitare in Lui il minimo sentimento di odio o di indignazione. Mi rappresento, dunque, quel Cuore senza amarezza, senza acrimonia, pieno di vera tenerezza verso i suoi nemici». [121]

San Charles de Foucauld e Santa Teresa di Gesù Bambino 129. San Charles de Foucauld e Santa Teresa di Gesù Bambino, senza averne la pretesa, hanno rimodellato alcuni elementi della devozione al Cuore di Cristo, aiutandoci a comprenderla in modo ancora più fedele al Vangelo. Vediamo ora come questa devozione si è espressa nella loro vita. Nel prossimo capitolo torneremo su di loro per mostrare l’originalità della dimensione missionaria che entrambi, in modi diversi, hanno sviluppato. Iesus Caritas 130. A Louye, San Charles de Foucauld faceva visita al Santissimo Sacramento con sua cugina, Madame de Bondy, e un giorno lei gli indicò un’immagine del Sacro Cuore. [122] Questa cugina è stata fondamentale nella conversione di Carlo, come egli stesso riconosce: «Giacché il buon Dio vi ha reso il primo strumento delle sue misericordie nei miei confronti, esse discendono tutte da voi: se voi non mi aveste convertito, ricondotto a Gesù, se non mi aveste insegnato a poco a poco, quasi parola per parola, ciò che è buono e pio, sarei oggi a questo punto?». [123] Ma ciò che ella ha risvegliato in lui è proprio l’ardente consapevolezza dell’amore di Gesù. Era tutto lì, questa era la cosa più importante. E questo si concentrava particolarmente nella devozione al Cuore di Cristo, dove egli trovava una misericordia senza limiti: «Speriamo nella misericordia infinita di Colui del quale mi avete fatto conoscere il Sacro Cuore». [124] 131. In seguito il suo direttore spirituale, Don Henri Huvelin, lo aiuterà ad approfondire tale prezioso mistero: «Questo Cuore benedetto di cui Lei ci parlava così spesso». [125] Il 6 giugno 1889, Carlo si consacrò al Sacro Cuore, nel quale trovava un amore assoluto. Egli dice a Cristo: «Mi avete talmente colmato di benefici che mi sembrerebbe essere ingrati verso il vostro cuore non credere che esso è pronto a colmarmi di ogni bene, per quanto grande esso sia, e che il suo amore come la sua generosità sono senza misura». [126] Egli sarà l’eremita «sotto il nome del Sacro Cuore». [127] 132. Il 17 maggio 1906, lo stesso giorno in cui fratel Carlo, da solo, non può più celebrare la Messa, scrive questa promessa: «Lasciar vivere in me il Cuore di Gesù affinché non sia più io che vivo, ma il Cuore di Gesù che vive in me, com’Egli viveva a Nazaret». [128] La sua amicizia con Gesù, cuore a cuore, non aveva nulla di un devozionismo intimistico. Era la radice di quella vita spogliata di Nazaret con cui Carlo voleva imitare Cristo e configurarsi a Lui. Quella tenera devozione al Cuore di Cristo ebbe conseguenze molto concrete sul suo stile di vita e la sua Nazaret si nutriva di tale relazione molto personale con il Cuore di Cristo.

Una nuova dichiarazione d’amore 119. È sotto il salutare influsso di questa spiritualità di San Francesco di Sales che si svolsero gli eventi di Paray-le-Monial alla fine del XVII secolo. Santa Margherita Maria Alacoque ha raccontato importanti apparizioni avvenute tra la fine di dicembre 1673 e il giugno 1675. Fondamentale è una dichiarazione d’amore che spicca nella prima grande apparizione. Gesù dice: «Il mio divin Cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che, non potendo più contenere in sé stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò». [111] 120. Santa Margherita Maria riassume tutto in modo potente e fervoroso: «Mi scoprì le meraviglie del suo Amore e i segreti inesplicabili del suo Sacro Cuore, che mi aveva tenuti nascosti fino a quel momento, nel quale me lo aprì per la prima volta. E lo fece in modo così reale e sensibile da non permettermi ombra di dubbio». [112] Nelle manifestazioni successive viene ribadita la bellezza di questo messaggio: «Mi svelò le meraviglie inesplicabili del suo puro Amore e fino a quale eccesso questo lo avesse spinto ad amare gli uomini». [113] 121. Questo intenso riconoscimento dell’amore di Gesù che Santa Margherita Maria ci ha trasmesso ci offre preziosi stimoli per la nostra unione con Lui. Ciò non significa che ci sentiamo obbligati ad accettare o ad assumere tutti i dettagli di questa proposta spirituale, dove, come spesso accade, all’azione divina si mescolano elementi umani legati ai desideri, alle preoccupazioni e alle immagini interiori del soggetto. [114] Tale proposta dev’essere sempre riletta alla luce del Vangelo e di tutta la ricca tradizione spirituale della Chiesa, mentre riconosciamo quanto bene ha fatto in tante sorelle e in tanti fratelli. Questo ci permette di riconoscere doni dello Spirito Santo all’interno di questa esperienza di fede e di amore. Più importante dei dettagli è il nucleo del messaggio che ci viene trasmesso e che può essere riassunto in quelle parole che Santa Margherita ha udito: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore». [115] 122. Questa manifestazione è un invito a crescere nell’incontro con Cristo, grazie a una fiducia senza riserve, fino a raggiungere un’unione piena e definitiva: «Il divin Cuore di Gesù si sostituisca talmente a noi da vivere e agire solo in noi e per noi. La sua Volontà […] possa agire assolutamente senza resistenza da parte nostra; in conclusione, gli affetti, i desideri, i pensieri suoi siano al posto dei nostri, ma soprattutto il suo amore che si amerà da sé stesso in noi e per noi. E così, quell’amabile Cuore di Gesù essendo per noi tutto in ogni cosa, potremo dire con san Paolo che non viviamo più noi ma che è lui che vive in noi». [116] 123. In effetti, nel primo messaggio ricevuto, ella presenta questa esperienza in modo più personale, più concreto, pieno di fuoco e di tenerezza: «Mi domandò il cuore e io Lo supplicai di prenderlo. Lo prese e lo mise nel suo Cuore adorabile, nel quale me lo fece vedere come un piccolo atomo, che si consumava in quella fornace ardente». [117] 124. In un altro punto notiamo che Colui che si dona a noi è il Cristo risorto, pieno di gloria, pieno di vita e di luce. Anche se in vari momenti parla delle sofferenze che ha sopportato per noi e dell’ingratitudine che riceve, qui non sono il sangue e le ferite dolorose a risaltare, ma la luce e il fuoco del Vivente. Le ferite della Passione, che non scompaiono, vengono trasfigurate. Così, il Mistero della Pasqua si manifesta qui nella sua interezza: «Una volta, […] mentre era esposto il Santo Sacramento, […] Gesù Cristo, il mio dolce Maestro, si presentò a me tutto splendente di gloria con le sue cinque piaghe sfolgoranti come cinque soli. Da ogni parte di quella sacra Umanità si sprigionavano fiamme, ma soprattutto dal suo adorabile petto, che somigliava a una fornace ardente. Dopo averlo scoperto, mi mostrò il suo amante e amabilissimo Cuore, sorgente viva di quelle fiamme. Fu allora che mi svelò le meraviglie inesplicabili del suo puro Amore e fino a quale eccesso questo lo avesse spinto ad amare gli uomini, dai quali poi non riceveva in cambio che ingratitudini e indifferenza». [118]