Tra il 13 e il 21 febbraio, in questo tempo molto freddo in cui il sole fa molta fatica a scaldare l'aria romana e l'inverno tira i suoi ultimi colpi di coda, a Roma si svolgevano i Parentalia che si concludevano con la cerimonia dei Feralia il 21 dello stesso mese. Si trattava di festività in onore dei defunti della famiglia, con riti di carattere per lo più privato e che testimoniavano il forte legame con gli antenati. Questi riti dimostravano la pietas del popolo romano verso i defunti e il forte legame con gli avi. Istitutore dei Parentalia fu verosimilmente Enea. Durante questi giorni, tutti i templi venivano chiusi e con loro venivano spenti i fuochi sacri; si fermavano le celebrazioni dei matrimoni romani e tutti si dovevano dedicare alle cure dei propri morti. I Parentalia testimoniano l'importanza dei morti e degli antenati presso i romani, un tratto identitario che procederà lungo i secoli con la diffusione del cristianesimo e che, prima della formazione dello stato unitario italiano, toccherà il suo apice etico-culturale con il carme "Dei Sepolcri" di Ugo Foscolo, ispirato alle nuove norme che regolamentavano le pratiche sepolcrali previste dall'editto di Saint Cloud, emanato da Napoleone nel 1806. I Parentalia e il carme di Foscolo sono espressione del significato della civiltà. L'opera di Foscolo attribuisce una missione inedita alla poesia: farsi descrizione della condizione storica dell'Italia e delle possibilità di riscatto d'identità individuale e sociale. #ancoraitalia #difenderechisiamo