
Cobar News
February 8, 2025 at 05:55 PM
Cari Amici e Colleghi,
non so se riuscirò ad avere una risposta certa, né se saprò realizzare qualcosa di valore quando mi sottopongo agli occhi indagatori di chi legge e resto in attesa del giudizio.
Non ho mai voluto vestire i panni del giudice e non mi ritengo un opinionista, ma credo che sia importante essere del tutto sinceri nel riportare la sintesi delle sensazioni e delle emozioni che si provano. Il mio giudizio forse è poca cosa, ma alcuni eventi meritano di essere discussi e meditati.
Il prossimo 5 marzo, davanti al gup del Tribunale di Crotone, è stata fissata l’udienza preliminare a carico dei sei ufficiali della Guardia di Finanza e della Guardia costiera che dovranno rispondere del reato di “omicidio colposo plurimo e naufragio” perché, secondo l’accusa, non sarebbero intervenuti per prestare soccorso ai “migranti”, persone che, a mio modesto avviso, dovrebbero definirsi “clandestini”.
Questa mia visione del mondo reale potrebbe non piacere alle anime belle che possono scegliere di di metterla da parte e creare la realtà che pensano e vogliono. Il frasario delle loro belle parole, del resto, introduce sempre nuove ipocrisie per non chiamare le cose col loro vero nome e non offendere nessuno.
Per la senatrice Cucchi è stata una buona notizia, anzi due: «è stata fissata l’udienza preliminare e io e i miei colleghi siamo tra le persone offese. L’udienza preliminare non è che un primo passo, ma indispensabile. L’Italia infatti ha il dovere di fare giustizia su una delle pagine più buie del nostro passato recente.
Quando abbiamo presentato l’esposto, come parlamentari ritenevamo che schierarci dalla parte dei superstiti e dei familiari delle vittime fosse di grande importanza, ma non volevamo essere soltanto di supporto.
Per chi non ha grande dimestichezza con l’attività giudiziaria non è facile da capire, ma venire inserite nell’elenco delle persone offese significa avere la possibilità di partecipare in prima persona.
Significa giocare un ruolo nella ricerca di giustizia. E nel tentativo di imprimere un’altra data alla nostra storia. Quella in cui avremo scoperto la verità».
Senatrice Cucchi, a mio ignorante avviso, è un vero peccato che sul banco degli imputati non ci siano anche tutti i politici che calpestano la Costituzione e sputano sulla realtà che non vedono.
Personalmente, come ho sempre sostenuto, non assolvo e non condanno, ma non sopporto l’ipocrisia di chi non ricorda, o finge di non ricordare, che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Pregiata senatrice Cucchi, osservato che la mia ignoranza non ha grande dimestichezza con l’attività giudiziaria e lei vuole giocare un ruolo nella ricerca di giustizia, partecipando in prima persona per contribuire alla scoperta della verità, mi può spiegare, di grazia, il significato di un’esistenza “libera e dignitosa”?
Mi può spiegare perché permettete al mondo delle imprese di non comprenderne il significato, atteso che il lavoratore fatto arrivare clandestinamente costituisce l’esercito industriale di riserva?
Nel concetto di “dignitoso” rientrano anche le baraccopoli o, meglio ancora, i materassi collocati sotto i portici, nei dehors, sotto le pensiline delle fermate degli autobus? Quanti miliardi sono stati divorati dall’accoglienza?
Il problema dei “clandestini” richiederebbe risposte più serie e strutturali, ma voi preferite andare sempre contro lo “sbirro”, ormai colpevole di tutto, anche della vostra ben pagata inettitudine e insignificanza.
Se manca il coraggio per affrontare la realtà i vostri buoni propositi di facciata sono solo il chiacchiericcio inutile degli altrettanto inutili parlamentari che pensano di risolvere il problema con la creazione di qualche centro di detenzione provvisoria.
Pensate davvero che bastino le braccia dei “clandestini” mal pagati per far crescere l’economia italiana?
La mia ignoranza ha capito il vostro gioco infame, infatti, qui da noi non sbarcano ingegneri, tecnici e artigiani qualificati, ma braccia e gambe straniere che, se non alimentano il crimine, servono solo a sostituire gli italiani in fuga. E sì! Gli italiani che fuggono dalla cloaca a cielo aperto che avete costruito, gli italiani che non vi premurate di trattenere in Patria perché bisognerebbe pagarli.
Per spiegarvi perché, normalmente, mi fate schifo, basta solo osservare la stipula degli accordi per far arrivare medici e infermieri stranieri che sostituiscano gli italiani in fuga. Vedere che alcuni politici si lamentano della sanità alla deriva, francamente non ha prezzo e fa parte della commedia che recitate al “popolo bue”.
No Amici, non mi sorprendo dell’inchiesta nata su impulso della senatrice di Alleanza Verdì e Sinistra. Non mi sorprendo perché la sinistra e le varie sterpaglie affini, in generale, non hanno alcuna capacità di formulare delle proposte finalizzate a soddisfare i bisogni reali dell’Italia e degli italiani. Sono solo un impasto informe di “svendi-patria” impregnato di pregiudizi ideologici.
Tutta la politica italiana, ormai, è un patetico groviglio di interessi. Non so se avete notato che i rappresentanti dei partiti: calpestano la Costituzione, disprezzano il volere popolare e si schierano puntualmente e decisamente dalla parte opposta.
Sul fronte “interno”, interno per modo di dire, rilevo l’iniziativa intrapresa dal “Sindacato dei Militari” guidato dal suo segretario generale, Luca Marco Comellini.
In verità, la notizia è del luglio 2024, ma visto che me lo avete chiesto e c’è l’articolo di redazione postato proprio ieri sul sito del “Sindacato dei Militari” dal titolo: “MIGRANTI, NAUFRAGIO DI CUTRO: IL SINDACATO DEI MILITARI È PERSONA OFFESA – SINDACATO DEI MILITARI”, vi dico che non ho motivi per plaudire alla richiesta del “Sindacato dei Militari” di essere indicato quale persona offesa dai reati contestati ai Colleghi.
Se Comellini ritiene doveroso procedere ai sensi dell’articolo 90 c.p.p., poiché l’essere parte nel procedimento penale permetterà alla sua Compagine di adempiere agli scopi statutari a difesa degli interessi di tutti gli altri militari, è affar suo e dei suoi sodali, anche perché ogni uomo va preso nella sua soggettività, nel suo essere individuo, nel suo essere particolare che lo rende l’artefice del proprio destino e responsabile di ogni sua scelta, per sé e per gli altri che lo seguono.
Penso che la libertà di pensiero e di parola debbano scorrere libere e indipendenti nell'esprimersi, ma non ritengo che Comellini possa arrogarsi il diritto di stabilire cos’è giusto e cos’è sbagliato, stigmatizzando quello che soggettivamente evidenzia lamentando l’assenza delle associazioni professionali a carattere sindacale del personale del Corpo della Guardia di finanza e della Marina militare.
Le Compagini sindacali del Corpo non devono rendere conto a lui, ma ai propri iscritti.
No Amici, non conosco Comellini, non seguo radio radicale e la mia ignoranza non è interessata a conoscerlo. Poi, leggendo l’inciso che parla di interessi e di valori, penso che dovrebbe accettare l’esistenza della diversità di vedute per poter vivere pacificamente, anche perché è meglio co-esistere che annientarsi a vicenda.
Evidentemente, quindi, i miei interessi e valori sono diversi e assai distanti dai suoi. Sono diversi soprattutto perché io non sparo “a palle incatenate” sulle disgrazie dei Colleghi e cerco sempre di astenermi dalla possibilità di muovere qualsiasi critica nei confronti di ciò che è diverso da me.
Nulla di nuovo è nato sotto il sole, sia chiaro! Pertanto, non mi premurerò di sottolineare il periodico presentarsi di conflitti basati sulle asserite differenze valoriali, o, più precisamente, sulla presunta superiorità di una Compagine sindacale rispetto alle altre.
Del resto, anche se la cantilena della validità delle affermazioni di Comellini fosse valida, non si spiegherebbe perché non lo abbiamo visto costituirsi quale persona offesa dai reati contestati a coloro che aggrediscono, o attentano mortalmente alla vita dei Colleghi. Ergo, non so che farmene dei suoi giudizi. E il suo dire è garanzia “tam quam non esset”.
Francamente non so se l’azione intrapresa dal “Sindacato dei Militari” contro i Colleghi accusati possa ricondursi ad un mero calcolo utilitaristico, ma non riesco a capire come e in che modo entra in gioco l’asserita difesa degli interessi di tutti gli altri militari.
Pregiato Comellini, oltre a pagare gli avvocati che vi assistono durante il processo, cosa farete? Distribuirete forse i soldi dei Colleghi già sul lastrico ai vostri iscritti, li darete in beneficienza, o li terrete per voi in segreteria?
Amici, la vita, in fondo, è un'eterna scommessa tra l'essere un eroe o un vile. La possibilità di diventare l'altro c'è per entrambi e siamo tutti delle finestre che si aprono all’altrui giudizio.
«Prima che voi la viviate, la vita di per sé non è nulla, sta a voi darle un senso, e il valore non è altro che il senso che scegliete.», Jean-Paul Sartre.
Cordiali saluti, buon fine settimana e buona vita a chi la merita, Gaetano.