
Cobar News
February 13, 2025 at 12:43 PM
Rivolgo il mio sincero benvenuto a tutti gli Amici Sindacalisti che finalmente si sono svegliati e hanno capito che il decreto del Ministro Crosetto e del Ministro Giorgetti; in vigore dal prossimo martedì 18; provvedimento con il quale è stato approvato il nuovo regolamento, è solo un altro mattone nel muro. Un mattone mediante il quale si assesterà un altro duro colpo alle Compagini sindacali in relazione alla portata dei divieti stabiliti dall'art. 1476-quater del Codice dell'ordinamento militare.
Provai ad avvertire tutti che quella legge “sbagliata” era il possibile preludio all’arretramento dei diritti previsti dall'articolo 39 della Costituzione, ma qualcuno disse che una pessima legge era, comunque, meglio di niente e ci sarebbero certamente state le occasioni per migliorarla in seguito. Altri sfoderarono il principio del “se non vedo non ci credo” ed altri ancora si disinteressarono al mio dire perché non si sentirono toccati dal problema, pensiero tratto dalla serie: “se non mi tocca non esiste”.
Ora, pur non volendo tediarvi con i miei ragionamenti ignoranti, mi limito a ricordare ciò che scrissi il 22 maggio 2019 in risposta al post dell’On. Emanuela Corda: “M5S, SINDACATI MILITARI: ADESSO UNA NUOVA FASE D'ASCOLTO PER UNA LEGGE CHE RICONOSCA REALMENTE UN DIRITTO COSTITUZIONALE” - «Anche questa settimana siamo impegnati con la legge sui sindacati militari. Abbiamo avviato una serie di confronti con le associazioni già costituite e con tutte le parti coinvolte.
Siamo convinti che soltanto attraverso il confronto e l'ascolto del mondo militare sarà possibile addivenire ad un testo che possa concretamente soddisfare un'esigenza fino ad oggi inascoltata.
Vogliamo che questa legge riconosca realmente i diritti sindacali dei militari e che non sia annacquata da interventi legislativi inopportuni.
Per questo motivo ci batteremo in Parlamento per apportare le dovute modifiche al testo al fine di garantire i principi che ne hanno ispirato la redazione.
Auspichiamo che in questa nuova fase anche le altre forze politiche agiscano con coscienza affrontando questa scommessa epocale nell'unità di intenti e con la consapevolezza che un diritto costituzionale non può essere negato. Con Giovanni Luca Aresta»
Amici, dobbiamo comprendere l’esperienza del tempo e farne tesoro perché se si vuole escludere il passato si dovrà tener presente che esso potrà intaccare irrimediabilmente l’orizzonte del presente e del futuro.
Quando mi dite che parlerete con i politici Vi prego di ricordare ciò che scrisse Plauto: ”Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera”.
Leggere e riflettere su ciò che scrissi, forse, potrebbe far perdere al presente anche il suo valore illusionisticamente confortante, anche perché il mio dire cerca solo di aprire gli occhi sulle attuali decisioni dei politici, decisioni che, troppe volte, risultano più attente agli interessi individuali, o di parte, piuttosto che a quelli della collettività e dei “Peones”.
“”“Preg.ma On. Emanuela Corda,
le rubo un po’ del suo prezioso tempo per evidenziare che conosciamo tutti i testi proposti in questi anni, frammenti eterogenei di esperienze e di politica, intuizioni, slanci e vergognose ritirate, attraversando soglie e frontiere diverse, rovesciando le stesse pertinenze di alto e basso, senza mai trovare un tessera capace di aprire varchi tra contesti lontani, paternalismi stantii e privilegi arroganti che non deviano dal solco sempre più profondo che ci separa dalle menzogne e dalle invenzioni occasionali.
Potrei riepilogare ogni singola traccia, ma non avverto l’urgenza di scriverle il paradossale che afferma perentoriamente proprio quando sembra negare e divagare. Restano però dicibili gli stereotipi utilizzati, ridicolmente, forse per eccessiva supponenza, per occultare il vero sotto la patina del verosimile. Ergo, spero perdonerà qualche commento poco dialettico, ma i miei colleghi sono abituati a guardare il vissuto quotidiano, la realtà, i fatti e le azioni.
Suoni veri, oltre il denso strato dell’accomodante immaginario spirito neo paternale, della retorica fine a sé stessa, tra le derive e le paure sbandierate all’occorrenza, puntini sospensivi alla viltà degli accordi all’ombra.
Onorevole Emanuela Corda, il suo dire si presta alla domanda irrinunciabile: ha letto la risposta del Ministero della Difesa ai quesiti formulati dagli Stati Maggiori per arginare la “deriva” sindacale?
Se questa è l’idea dei diritti sindacali del Ministro Trenta e della politica italiana, è meglio una gazzosa! Scavare, andare in profondità sotto questa superficie significa, in particolare, ripensare l'immaginario di una classe politica che avrebbe potuto essere come uno splendido graffito ancora parzialmente sepolto. Così non è purtroppo.
Siamo consapevoli che non è solo colpa della vostra compagine politica, ma Heidegger sostiene che «Ogni posizione di un problema è un cercare» e «la sua direzione la trae dal cercato», ergo, contrariamente allo sconforto che assale i miei Amici, tutte le riunioni carbonare senza confronto, tutte le note sconosciute, tutte le chiusure e le parole utilizzate per limitare e restringere il campo d’azione delle “associazioni professionali tra militari a carattere sindacale”; siete restii persino a pronunciarla la parola “sindacato”; possono riassumersi in una sola: “paura”.
È questa è la forza innovativa di chi doveva rivoltare l’Italia come un calzino azzerando i privilegi e le caste?
Si faccia una domanda e si dia una risposta alla Marzullo maniera e, certamente, scoprirà che è meglio una gazzosa! Altro che uno vale uno! Vertici Militari 3 – politica, sentenza e diritti 0.
Vincere a tavolino senza nemmeno giocare la partita connota e qualifica … l’indole. Qualcuno può pensare davvero che gli Stati Maggiori possano vantarsi per la maniera con la quale hanno ordinato alla politica di confezionare questo capolavoro?
Non accettare una sfida, pregiati generali, è perdere nel modo peggiore! Se poi Vi piace vincere facile senza confrontarvi con nessuno bontà vostra! Credo però che in un campo di battaglia non farete molta strada, anche perché un nemico vero ti combatte e non dà tregua.
Ho già riepilogato gli eventi e le azioni riducendoli all’essenza, rilevando che sconosciamo i quesiti correlati alle modalità di organizzazione e funzionamento delle Nostre compagini, come, del pari, sconosciamo gli approfondimenti del 1° aprile tra gli Stati Maggiori ed il Ministero della Difesa.
Sappiamo, però, che l’unica forma di interlocuzione prevista è a livello di Stato Maggiore di Forza Armata, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Segretario Generale della Difesa e, quindi, almeno per analogia, Comando Generale della Guardia di Finanza.
In sostanza possiamo interloquire con il Comando Generale solo per dissertare sui massimi sistemi: il moto delle galassie, la legge di Newton, Galileo Galilei, il super-mondo di Zichichi, la teoria dei quanti, l’antimateria, i viaggi nel tempo, Tanos, gli Avengers e via dicendo.
Sappiamo anche che l’attività di raccolta delle adesioni può essere svolta fuori dall’orario di servizio e senza oneri per l’Amministrazione.
Il concetto senza oneri per l’Amministrazione è chiaramente scolpito nella nostra memoria, ma in merito alla raccolta delle adesioni che facciamo? Se non possiamo nemmeno parlare di sindacato con i colleghi come facciamo a convincerli? Utilizziamo l’alfabeto dei segni o ci esprimiamo con i segnali di fumo?
Anche in questo caso sarebbe utile una riunione per stabilire se:
possiamo aspettare i colleghi fuori dalle caserme?
possiamo sgambettarli qualora tentino di dribblarci perché, magari, hanno fretta?
possiamo fare proselitismo a volto scoperto o dobbiamo comprarci i passamontagna?
possiamo braccarli nelle mense o tendergli degli agguati in bagno?
possiamo seguirli fino a casa o convincerli nella tromba delle scale?
Meglio fermarsi qui per non eccedere, ma visto che i miei colleghi hanno deciso di nominarmi segretario generale aggiunto di una specie di dopolavoro ferroviario o circolo ricreativo, mi pacerebbe sapere se posso associare i Colleghi “a gratis”? Cosa succede in questo caso?
Perché gli Stati Maggiori e i Comandi Generali non pubblicano i bilanci relativi ai costi della Rappresentanza Militare, mettendo in evidenza: le tabelle (specie quelle dei presidenti), i compensi forfettari, i rimborsi, gli straordinari e quant’altro Vi pare?
Com’era il termine? Ah! Ora ricordo: “assoluta trasparenza”!
Infine, giusto perché siamo in argomento, mi potete spiegare perché un militare dotato di discernimento dovrebbe evitare di associarsi alla bocciofila e scegliere “un fallimento a pagamento” come quello che avete costruito?
Per il resto è sufficiente la Rappresentanza che fa quel che può con gli strumenti che ha, ma, a ben vedere, ha dei punti di forza formidabili: è gratis; non crea problemi; produce delle delibere alle quali si può evitare di rispondere; non contratta, non contrasta, non dà fastidio e non tutela nemmeno i delegati.
Pregiati politici, non siete credibili. Noi non siamo degli estremisti o dei terroristi. Noi cadiamo per tutelare questa democrazia e il Nostro è un tributo di sangue che merita rispetto.
Chi parla da solo, senza ascoltare gli altri e senza concedere loro la possibilità di esprimersi, non dialoga, conduce un monologo. L’ultima circolare del gabinetto del Ministro Trenta, dimostra che in Italia e con questo governo è impossibile discutere di diritti costituzionali senza che i generali approfittino del loro potere gerarchico. Inoltre, è la prova provata che è impossibile una discussione franca con la politica.
Attribuendo la competenza delle controversie antisindacali al giudice amministrativo avete commesso l’ennesimo errore. Quale verità Vi raccontano? Quale verità volete raccontarci? Le Compagini Sindacali sanno perfettamente qual è il dopo pensione di molti generali… e Voi?
Vi lascio l’onere di decidere la verità che più vi aggrada, giacché non esistono verità congelate e definitive, come quelle difese dai professionisti tutori del dogma, la cui cecità è pari solo alla malafede.
Se analizziamo nella loro dinamica i valori, le motivazioni, le aspettative e le aspirazioni che ci connotano e li contrapponiamo alle promesse, agli sprechi, agli scandali, ai vitalizi, alle spese dei Palazzi e alla montagna di privilegi che ci sovrasta, la rassegnazione è un lusso che non ci possiamo permettere.
Se manca l’equità anche l’equilibrio viene meno e le chiacchiere sono solo fumo.
Nella fortuna o nella pena, nella gloria o nella sciagura, ognuno di Noi riceverà esattamente ciò che si merita.
Cordiali saluti e buona fortuna.”””
Amici, poiché non voglio alimentare la frustrazione e l’acidità che mi perseguita, lascio a Voi la parola e il giudizio, così, forse, qualcuno si chiederà chi ha scritto il decreto.
Cordiali saluti e buona vita a chi la merita, Gaetano.