𝐃𝐚𝐭𝐚𝐢𝐬𝐦𝐨: 𝐥𝐚 n𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐫𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨n𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐞n𝐞𝐫𝐚 𝐢 𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐞 𝐬𝐚𝐜𝐫𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭à 🎙️ Benvenuti a questo episodio speciale del podcast, prologo dell’articolo completo che trovate al link qui sotto sul mio blog. Oggi vi porto in un viaggio nel cuore di una nuova religione silenziosa, che non ha templi né preghiere, ma è ovunque: nei nostri smartphone, nei sensori delle nostre case, nei like che lasciamo sui social. Si chiama Dataismo, e sta cambiando il modo in cui comprendiamo il mondo e forse anche noi stessi. Immaginate un enorme santuario fatto di server e cavi, con un altare al centro. Ma non c’è nessuna statua divina. Solo un database. Vivo, affamato, in continua espansione. Ogni gesto che compiamo dal battito monitorato da uno smartwatch al carrello della spesa online è una piccola offerta a questo dio moderno: il dato . Il Dataismo non è solo un’idea, è una visione del mondo in cui i numeri parlano da soli e ci raccontano ciò che siamo, spesso meglio di quanto potremmo fare noi. Durante la pandemia, mentre le teorie arrancavano, i dati prevedevano comportamenti collettivi al limite del surreale. È in questi momenti che capiamo: dove fallisce la logica, interviene l’algoritmo. Dietro questa fede nei numeri c’è un'idea ancora più profonda: la realtà è fatta di schemi, spesso invisibili, che solo l’analisi dei dati riesce a far emergere. Uno “schematismo latente” che governa anche le scelte più intime e imprevedibili. In questo senso, il Dataismo diventa lente e oracolo, mappa e profezia. Non sorprende che l’Intelligenza Artificiale, oggi, funzioni così. Niente più regole scritte a tavolino: i sistemi imparano dal caos dei dati. È 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒐𝒓𝒊𝒂, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍’𝒂𝒗𝒆𝒗𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒕𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒐 𝑪𝒉𝒓𝒊𝒔 𝑨𝒏𝒅𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏 𝒈𝒊à 𝒏𝒆𝒍 2008. 𝑬 𝒍’𝒊𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏’𝒆𝒓𝒂 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒊𝒍 𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆, 𝒔𝒆𝒍𝒆𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂, 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒄𝒂. 𝑨𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒓𝒆. Ma attenzione: ogni credo ha i suoi dogmi, e anche il Dataismo li esige. In cambio di previsioni, efficienza e comodità, offriamo in sacrificio frammenti della nostra libertà. La privacy? Ritracciabile. Il pensiero critico? Compresso in un pattern. Le nostre emozioni? Grafici da analizzare. Il Dataismo indossa maschere diverse: quella del capitalismo predittivo, dove ogni nostro desiderio è anticipato da Amazon o Meta; quella della biopolitica digitale, dove la genetica potrebbe decidere se siamo “programmati” per certe malattie; quella del governo algoritmico, dove i numeri scelgono come distribuire risorse o chi merita fiducia. Ed è qui che si intreccia un altro concetto affascinante: l’Infosfera, elaborata dal filosofo Luciano Floridi. È l’ecosistema globale dell’informazione, in cui ogni cosa, umana o artificiale, è un "inforg", un nodo che scambia dati con altri nodi. Proprio come nel Dataismo, il valore non è più nell’individuo, ma nell’informazione che produce. 𝑰𝒏𝒇𝒐𝒔𝒇𝒆𝒓𝒂 𝒆 𝑫𝒂𝒕𝒂𝒊𝒔𝒎𝒐 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒖𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒂 𝒓𝒊𝒗𝒐𝒍𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆: 𝒍’𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒊 𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒆𝒕𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒐𝒓𝒎𝒂𝒕𝒊𝒗𝒂, 𝒍’𝒂𝒍𝒕𝒓𝒐 𝒍𝒐 𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒑𝒓𝒆𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒇𝒍𝒖𝒔𝒔𝒐 𝒅𝒂 𝒐𝒕𝒕𝒊𝒎𝒊𝒛𝒛𝒂𝒓𝒆. 𝑴𝒂 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒎𝒃𝒊 𝒑𝒐𝒏𝒈𝒐𝒏𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒇𝒊𝒅𝒂 𝒄𝒓𝒖𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆: 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒂𝒗𝒗𝒆𝒓𝒐 𝒗𝒊𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒔𝒑𝒊𝒆𝒈𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒈𝒐𝒗𝒆𝒓𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒂𝒊 𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒊? Ecco perché oggi più che mai serve un nuovo Umanesimo Digitale. Un’alleanza tra coscienza ed algoritmo, tra libertà e informazione, che rimetta al centro l’essere umano con la sua imperfezione, le sue domande, la sua irriducibile complessità. 💡 Grazie per aver ascoltato questo prologo. Per leggere l’articolo completo, trovate il link qui sotto. Ci risentiamo presto, nei prossimi aggiornamenti. Nel frattempo, ricordate: i dati possono raccontare molte cose. Ma non tutta la verità. Continua 👇👇👇 ⁠https://umanesimodigitale.info/dataismo-2⁠