𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄' N𝐎N 𝐅𝐀𝐑𝐄 𝐆𝐄𝐒𝐓𝐈𝐑𝐄 𝐋'𝐀𝐈 𝐃𝐀𝐋 𝐏𝐔𝐁𝐁𝐋𝐈𝐂𝐎 ? 𝐏𝐑𝐎𝐏𝐎𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐄𝐅𝐋𝐀𝐆𝐑𝐀N𝐓𝐄 𝐃𝐀 𝐏𝐀𝐑𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀N Benvenuti a questo podcast, che apre il prologo di un nuovo articolo del mio blog. Il futuro non è solo una linea temporale: è una scelta, una battaglia che si gioca tra chi può decidere quale forma prenderanno le nostre vite digitali. Il link all’articolo completo si trova qui in descrizione. 𝑰𝒍 𝒄𝒐𝒏𝒇𝒓𝒐𝒏𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒓𝒂𝒔𝒕𝒓𝒖𝒕𝒕𝒖𝒓𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊 𝒏𝒐𝒏 è 𝒄𝒂𝒔𝒖𝒂𝒍𝒆. 𝑷𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒆𝒕à 𝒅𝒆𝒎𝒐𝒄𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒔𝒊𝒏𝒈𝒐𝒍𝒂 𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒅𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐𝒍𝒍𝒂𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒍'𝒂𝒑𝒑𝒓𝒐𝒗𝒗𝒊𝒈𝒊𝒐𝒏𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒊𝒅𝒓𝒊𝒄𝒐 𝒐 𝒍𝒂 𝒓𝒆𝒕𝒆 𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒓𝒊𝒄𝒂, 𝒅𝒐𝒗𝒓𝒆𝒎𝒎𝒐 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒏𝒔𝒊𝒅𝒆𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒂𝒈𝒈𝒆𝒛𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍'𝑨𝑰 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒎𝒂𝒏𝒊 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒑𝒓𝒊𝒗𝒂𝒕𝒐. 👉👉𝐋𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐬𝐮 N𝐚𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐌𝐚𝐜𝐡𝐢n𝐞 𝐈n𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐠𝐞n𝐜𝐞 𝐬𝐮𝐠𝐠𝐞𝐫𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮n 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐫𝐚𝐝𝐢𝐜𝐚𝐥𝐦𝐞n𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨: 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐥𝐢n𝐠𝐮𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐟𝐢n𝐚n𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢, 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐚𝐭𝐢 𝐞 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨n𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐞n𝐭𝐢 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢 𝐢n𝐝𝐢𝐩𝐞n𝐝𝐞n𝐭𝐢. Immaginate un domani in cui poche multinazionali decidono non solo cosa vediamo online, ma persino come pensiamo e creiamo. Non è fantascienza: è la strada che stiamo percorrendo con l’intelligenza artificiale. I grandi modelli linguistici di ChatGPT e Google sono già le nuove fondamenta digitali della società, ma restano nelle mani di pochi, lontani dal controllo pubblico. Prendete GPT: un gigante di dati e algoritmi, capace di scrivere testi così perfetti da sembrare umani. Quando Microsoft ne ha acquisito i diritti esclusivi, il potere sul futuro della comunicazione si è concentrato in una sola azienda. Gli altri possono solo accedere tramite API, senza mai vedere dietro le quinte. Il problema non è solo tecnico. Questi sistemi possono generare disinformazione e pregiudizi, riflettendo i limiti e i bias dei dati su cui sono stati addestrati. Chi decide cosa è giusto o sbagliato? Oggi, sono le stesse aziende che traggono profitto dall’AI a stabilire le regole. L’addestramento di questi modelli solleva anche questioni etiche e ambientali: dati raccolti senza consenso, enormi consumi energetici, impatti poco chiari. Eppure, la soluzione esiste: trattare l’AI come un bene pubblico, così come è avvenuto per internet, il GPS o il Wi-Fi. Modelli sviluppati e supervisionati da enti pubblici garantirebbero trasparenza, equità e innovazione diffusa. Il futuro dell’AI è troppo importante per essere lasciato al mercato. Dobbiamo scegliere: consolidare il potere di pochi, o costruire un ecosistema aperto e democratico, dove tutti possano partecipare alla rivoluzione digitale. La tecnologia c’è, gli esempi storici pure: manca solo la volontà politica. Grazie per aver ascoltato questo viaggio nella battaglia per la democratizzazione dell’AI. Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti e continuiamo insieme a immaginare un futuro più giusto e condiviso. Continua 👇👇👇 https://umanesimodigitale.info/controllo-ai-2