🗳️**Referendum per un lavoro che non esiste** Quando ti chiedono di votare, ma il problema è a monte. Ci chiedono di esprimerci. Di votare. Di scegliere se difendere un diritto sul lavoro, una tutela, una norma. Ma quale lavoro? • Quello a tempo determinato che ti rinnova ogni sei mesi? • Quello part-time da 600 euro al mese con turni notturni? • Quello in nero “ma tanto è solo per cominciare”? • Quello che non arriva mai, nemmeno dopo tre lauree e due tirocini? 💼 Ci chiedono di votare sul lavoro. Ma il lavoro non c’è. È precarietà, sfruttamento, “lavoretti”, “contrattini”, chiamate a vuoto. È un diritto trasformato in concessione, e una dignità pagata a ore. E allora il problema non è solo cosa ci chiedono nel referendum, ma perché dobbiamo ancora lottare per qualcosa che dovrebbe essere garantito. ❌ Lavoro svuotato, regole svuotate • Parlano di “difendere il lavoro” mentre tagliano le tutele. • Parlano di “merito” mentre vincono solo i raccomandati. • Parlano di “occupazione” mentre i giovani emigrano o sopravvivono. Il vero referendum dovrebbe essere sulla giustizia sociale, sul reddito minimo, sulla qualità del lavoro, non su norme scritte per equilibri di potere e non per le persone. 📣 Conclusione Il lavoro non è una parola su una scheda. È vita quotidiana. È futuro. È identità. E se oggi dobbiamo ancora votarci sopra, è perché qualcuno ha distrutto ciò che andava solo protetto. Non ci serve un referendum sul lavoro. Ci serve un lavoro che valga davvero la pena difendere. #referendum #lavoroprecario #diritti #fintademocrazia #senzatutele #giovaniesfruttamento #lavorodignitoso #crisioccupazionale #precarietà #cittadinanzaattiva #redditoedignità