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June 12, 2025 at 05:39 AM
🕯️**Quando chi ha subito l’orrore non lo riconosce più: Gaza, Shoah e la memoria che inciampa** Oggi, mentre a Gaza muoiono decine di migliaia di civili, tra cui migliaia di bambini, alcune delle voci che si levano in difesa di queste operazioni sono quelle di sopravvissuti all’Olocausto o dei loro discendenti. Non perché siano “cattivi”. Ma perché la memoria traumatica collettiva può diventare cieca, selettiva, ideologica. 📌 “Non è genocidio”. Ma cosa serve, allora? Quando qualcuno dice: “Questa non è la Shoah”, come risposta a chi denuncia la distruzione sistematica della popolazione di Gaza, sta creando una gerarchia del dolore. Ma i bambini bruciati vivi sotto le tende, i neonati senza incubatrice sotto i bombardamenti, i malati senza cibo né medicine, le famiglie cancellate dai registri anagrafici, non sono “meno morti” solo perché la loro storia è diversa. ⚖️ Genocidio non è solo Auschwitz Secondo l’articolo II della Convenzione ONU del 1948, genocidio significa: “Qualsiasi atto commesso con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso…” E oggi la Corte Internazionale di Giustizia ha riconosciuto che ci sono elementi plausibili per definire ciò che sta accadendo a Gaza come genocidio. Negarlo, in nome di un dolore passato, non è proteggere la memoria della Shoah, è usarla come scudo per l’impunità. 🧠 Quando la vittima diventa carnefice Il trauma non guarito può diventare ideologia. Quando intere generazioni vengono cresciute nel culto della minaccia eterna, si può arrivare a giustificare ogni atto come difesa, anche quando è offensiva totale. E così, chi ha conosciuto il filo spinato, oggi lo costruisce. Chi è stato segregato nei ghetti, li crea per altri. Chi ha subito il silenzio, oggi zittisce chi denuncia. 🔥 Esempi attuali •Il premier Netanyahu, figlio di uno storico dell’antisemitismo, cita la Shoah per giustificare l’annientamento militare di Gaza. •Molti politici israeliani parlano di “animali umani”, di “annientamento totale”, senza ricevere condanna dalle istituzioni europee o USA. •Alcuni rabbini e intellettuali ebrei, come Norman Finkelstein (figlio di sopravvissuti ad Auschwitz), denunciano apertamente: “La Shoah è stata usata come capitale morale per giustificare il colonialismo e il crimine.” ✍️ La memoria è responsabilità, non privilegio La Shoah non è un copyright del dolore. È un monito universale. E la frase “Mai più” non significa solo per noi. Significa per tutti. Anche per i palestinesi. 📣 Conclusione Se la memoria del dolore diventa arma di potere invece che ponte di giustizia, abbiamo tradito tutto ciò che la Shoah avrebbe dovuto insegnarci. Mai più è adesso. Mai più è a Gaza. #gazagenocidio #maipiùpertutti #palestinalibera #noalsilenzio #memoriaselettiva #dirittiumani #genocidiomoderno #stopcomplicità #shoahediritto #dirittointernazionale #gazaunderattack #finkelstein #veritàscomode #umanitàsenzaconfini

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