In-dipendentidecathlonitalia
In-dipendentidecathlonitalia
May 24, 2025 at 02:07 PM
“Il bullismo non è solo roba da scuola. Succede anche al lavoro.” Ciao a tutti. Parliamo di una cosa seria che spesso passa inosservata, o peggio, viene accettata come “normale”: il bullismo sul posto di lavoro. Il bullismo non è solo quello fisico. È anche prendere in giro, ridicolizzare, ignorare una persona, alzare la voce sempre con la stessa, farle fare tutto il lavoro pesante, trattarla come se valesse meno degli altri. Succede tra colleghi, tra pari livello, ma anche tra capi e dipendenti. E a volte succede anche il contrario: un gruppo che prende di mira il capo, o chi semplicemente fa il proprio dovere con rispetto. Poi ci sono i gesti invisibili ma pesanti: lasciare fuori qualcuno da una chat o da un gruppo WhatsApp, parlare male di lui alle sue spalle, usare i social per denigrare “per ridere”. Magari sembra una cavolata, ma per chi viene escluso è umiliante e doloroso. E quando lo scopre (perché prima o poi succede), si sente ferito, isolato, messo da parte. Chi subisce bullismo spesso non lo dice a nessuno. Ma dentro crolla. Si sente solo, inutile, sbagliato. Arriva a casa stanco, anche se non ha fatto un lavoro fisico. A volte piange, a volte non dorme. A volte pensa di mollare tutto, anche se ha bisogno di quel lavoro. Questo può accadere a chiunque: un dipendente, un responsabile, persino un datore di lavoro. Il vero problema è che tutto questo, col tempo, diventa “normale”: • “Eh ma qui funziona così.” • “È sempre stato così.” • “Dai, era solo una battuta.” Ma se uno non ride, si chiude, non parla più come prima… non è uno scherzo. È un campanello d’allarme. ⸻ Facciamo attenzione. A volte, senza volerlo, diventiamo parte del problema: ridendo, restando zitti, voltandoci dall’altra parte. Ma se iniziamo ad ascoltare, a parlare, a fare piccoli gesti di rispetto, possiamo cambiare le cose. Il rispetto non dipende dal contratto o dal livello. Si dà alle persone, a chi ogni giorno fa del suo meglio. Nessuno ha il diritto di sentirsi superiore. Non esiste “quello che vale di più”. Ognuno ha i suoi tempi, le sue capacità, le sue difficoltà. E tutti abbiamo il diritto di lavorare senza essere giudicati o messi da parte. ⸻ Il bullismo è anche giudicare chi è diverso da noi. Magari perché ha un altro modo di vestirsi, di parlare, di organizzare il lavoro. Magari perché fa fatica a relazionarsi, o apprende in modo diverso. Il bullismo è non accettare una persona per com’è. È sminuirla, trattarla in modo diverso, giudicarla di continuo. Se imparassimo ad ascoltare invece che giudicare, capiremmo che non tutti siamo uguali e che va bene così. Ognuno ha il proprio ritmo, anche nel capire, crescere e imparare. ⸻ Non permettiamolo. Partiamo da piccoli gesti. Una parola gentile, una battuta in meno, un po’ più di empatia. Alla fine siamo tutti umani, con emozioni, paure e fragilità. E il rispetto vale più di qualsiasi prestazione. Spezziamo la cultura tossica della competizione. Non è sempre chi va più veloce che fa meglio. Il lavoro non è una gara, e la dignità viene prima dei risultati. Le leggi ci tutelano, ma prima di tutto possiamo proteggerci a vicenda. Se sei in difficoltà, non sei solo. Parlane. E se vedi qualcosa che non va, non stare zitto. A volte basta una parola detta al momento giusto per cambiare una giornata. O anche una vita.
Image from In-dipendentidecathlonitalia: “Il bullismo non è solo roba da scuola. Succede anche al lavoro.”  Cia...

Comments