Mario Conca
Mario Conca
May 25, 2025 at 06:56 AM
*Siccità e ipocrisia:* _la sete dei pugliesi non si placa con le passerelle del campo largo a trazione PD_ L’acqua è un bene comune, ma in Puglia continua a essere amministrata come una merce utile solo alla propaganda. Mentre il centrodestra molisano difende con coerenza gli interessi della propria terra, dicendo che se la vuole la deve pagare, in Puglia il Partito Democratico, con l’alibi del “campo largo”, continua a giocare su più tavoli: da un lato simula mediazione, dall’altro fa finta di litigare con il PD del Molise e dall'altro ancora persevera nel clientelismo che da vent’anni governa Acquedotto Pugliese, trasformandolo in una mangiatoia di consulenze, poltrone e nomine “alla Fiorella”. Il consigliere Tutolo, che da anni si lamenta della gestione Emiliano mentre lo sostiene in consiglio, inscena sit-in, proclami e minacce di sciopero della sete, ma intanto nulla cambia: le condutture pugliesi continuano a disperdere quasi il 50% dell’acqua immessa e il 79% dell’acqua che beviamo arriva già da fuori regione. Questo mentre AQP, invece di concentrare le risorse economiche e umane sul rifacimento delle reti o sul recupero dei reflui e delle acque piovane, sperpera milioni in incarichi esterni, doppioni manageriali e operazioni che poco hanno a che fare con il servizio idrico e molto con il mantenimento del consenso politico. Domenico De Santis, vice di Emiliano e segretario regionale PD, parla come se fosse super partes mentre è seduto su una poltrona pagata da noi e inventata dal nulla, ma è parte integrante di quel sistema che usa l’acqua come strumento di potere. Il pavido Decaro, come al solito, si estranea da tutte le polemiche per cercare di sembrare diverso. Invece di fare mea culpa si accusa il centrodestra molisano di egoismo, nel tentativo grottesco di scaricare altrove le colpe. Ma la verità è che se oggi il Molise dice "no", lo fa proprio perché non si fida più della gestione pugliese, che chiede ma non restituisce, pretende ma non investe, piange ma fotte. È paradossale: la Puglia vive una crisi idrica che si ripete ogni estate, ma i pozzi agricoli restano a secco, le reti sono colabrodo, gli impianti obsoleti e i reflui inutilizzati. Il piano di riduzione delle perdite è rimasto sulla carta, mentre i bilanci milionari dell’AQP vengono regolarmente approvati da chi dovrebbe controllare, ma in realtà fa parte dello stesso sistema. E allora ci si chiede: Che fine hanno fatto i miliardi investiti? Ricordo ancora una mia interrogazione consiliare del 2016 sull'argomento. Chi ha vigilato sulle partecipate? Nessuno, e chi come me chiedeva conto deve andare in Cassazione per cercare di far ristabilire la verità e far annullare la spropositata condanna a 6 mesi. Perché non si è mai reso trasparente il sistema delle consulenze e degli incarichi affidati con criteri opachi, come da me più volte denunciato anche sul caso Arciuolo e affari generali? Chi governa la Puglia non ha avuto tempo per rinnovare le reti, ma ne ha avuto eccome per costruire un sistema di gestione del potere, deconcentrando e dequalificando il management per asservirlo alla politica regionali. L’acqua non ha colore politico, ma ha un sapore amaro quando a gestirla sono sempre gli stessi. I pugliesi, che pagano bollette salate e subiscono razionamenti, meritano verità, non teatrini, peggio ancora inviti alla parsimonia per coprire incapacità altrui. La Puglia ha sete, ma non solo d’acqua, ha sete di giustizia, competenza e rispetto. E non potrà essere certo il "campo largo" a dissetarla. _Mario Conca_ https://www.facebook.com/share/p/19zkxvCPmU/
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