
Marco Camisani Calzolari MCC
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Avvisate tutti! Oggi è l’ultimo giorno per impedire a Meta di usare i nostri dati pubblici per addestrare la sua intelligenza artificiale. Se non facciamo niente entro stasera, da domani potranno prendere legalmente tutto: foto, post, like, commenti, storie. Tutto quello che abbiamo pubblicato su Facebook e Instagram in forma pubblica. Il consenso? Non ce lo chiedono. Ci informano su cosa faranno, e se stiamo zitti vale come un sì. Per opporsi bisogna compilare un modulo difficile da trovare. Lo metto qui sotto. Serve essere loggati, scrivere che ci opponiamo per motivi legati alla protezione dei dati personali, e inviarlo. Vale per entrambe le piattaforme. Ma c’è un’altra beffa. Se qualcuno ha pubblicato una nostra foto o ci ha taggati in un contenuto pubblico, Meta potrà usarlo lo stesso. Anche se noi abbiamo detto no. Perché formalmente non è nostro. La verità è che Meta si sta creando una gigantesca banca dati per la sua IA. E lo fa contando sul fatto che la maggior parte delle persone non lo sappia, o non capisca in tempo come reagire. Oggi è il momento di scegliere. Domani sarà già troppo tardi. Avvisa tutti. Opposizione al trattamento per gli utenti Facebook: https://www.facebook.com/help/contact/712876720715583 Opposizione al trattamento per gli utenti Instagram: https://help.instagram.com/contact/767264225370182 Opposizione al trattamento per gli interessati che non utilizzano i prodotti Meta (senza login): https://www.facebook.com/help/contact/510058597920541

Vi aspetto domani (16 maggio) al Teatro Fusco di Taranto, alle 11.45 per un confronto con i giovani sul futuro del digitale, alle 15.50 per parlare ai professionisti di etica e intelligenza artificiale.

Commenti su FB: https://fb.watch/z_DfUE1Ash/

Questa sera sono a Speciale TG5 per l’approfondimento sull’intelligenza artificiale.

Ci vediamo la mattina di mercoledì 11 giugno a #Udine.

L’Onu lancia l’allarme: servono regole, e servono subito. Perché i “robot killer” non sono più un’ipotesi remota. E voi, cosa ne pensate?

Gli Stati Uniti hanno appena criminalizzato i deepfake porno non consensuali. Chi pubblica contenuti intimi, reali o generati con l’intelligenza artificiale, senza il consenso della persona ritratta, può finire in carcere per tre anni. Le piattaforme hanno 48 ore per rimuoverli, altrimenti rischiano multe pesanti. È già legge federale, si chiama Take It Down Act. Funziona così: se pubblichi qualcosa per ferire o minacciare qualcuno, e quel contenuto mostra una parte intima o una scena sessuale, è reato. Non importa se è una foto rubata o una deepfake. La vittima può segnalarlo e farlo rimuovere in tempi certi. In Europa tutto questo non esiste. L’AI Act chiede solo di scrivere che l’immagine è artificiale. Nessuna rimozione automatica. Nessuna protezione penale. Nessun obbligo di intervento in 48 ore. Ogni Stato fa come crede, e la vittima resta in balia di regole vaghe e tempi infiniti. Negli USA contano le persone. Nell’UE contano i documenti. Negli USA si agisce. Nell’UE si etichetta. Nel frattempo le piattaforme crescono, le deepfake si moltiplicano, e chi finisce in mezzo a un abuso digitale resta da solo.