Domani 61 milioni di elettori tedeschi saranno chiamati alle urne per le elezioni anticipate in Germania. Un voto decisivo per il Paese, che affronta una fase complessa: l'economia è in affanno, lo scenario politico incerto e frammentato. Una crisi che si ripercuote anche in un'Europa costretta ad affrontare sfide cruciali, dalla guerra in Ucraina ai rapporti con l'amministrazione Trump. Negli ultimi sondaggi il centrodestra cristiano democratico CDU/CSU è in testa con il 30%, seguita dall’ultradestra di AFD al 20,4%. L’SPD di Scholz cala al 15,4%, mentre i Verdi si stabilizzano al 13,1%. I liberali di FDP, Die Linke e la sinistra populista BSW restano sotto il 10%, e non è certo che superino lo sbarramento del 5%, il minimo per entrare nel Bundestag. La crisi economica è stata tra i principali temi della #campagna elettorale: l’industria automobilistica è in crisi, l’energia costa di più, export e investimenti sono in calo. C'è poi il capitolo sicurezza, con i recenti #attacchi terroristici che hanno aumentato le tensioni interne. È quasi certo che nessuna delle forze politiche raggiungerà̀, da sola, i numeri necessari per il governo. Per il post-voto ci sono molte maggioranze possibili, ma è difficile fare pronostici di alleanze tra partiti che, ufficialmente, escluderebbero comunque l'AFD. Al Bundestag dal 2017, il partito di #ultradestra ha avuto un vero e proprio exploit nelle ultime elezioni dei länder orientali, a settembre, superando i partiti tradizionali. Il “firewall”, lo storico cordone sanitario che escludeva l’estrema destra dal governo fin dai tempi successivi alla Seconda Guerra Mondiale, si è incrinato quando la CDU ha sostenuto, tra le polemiche, una mozione sull’immigrazione insieme all’AFD. Secondo un recente sondaggio della tv pubblica tedesca ZDF, il 71% dei tedeschi considera il partito di estrema destra, filorusso e con elementi vicini al neonazismo, una “minaccia per la democrazia”. Scopri di più 👉 https://www.instagram.com/p/DGXtrgjt8QV/?igsh=MWdmc3Ric3BheXprcQ==