
Pan di Via - Parola per il cammino
February 11, 2025 at 07:45 AM
*AGERE CONTRA* — _Mc 7,1-13_
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
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_Nella tradizione ignaziana è divenuto famoso l’invito ad “agere contra”, ovvero impegnarsi ad agire diversamente da quella che sarebbe la propria tendenza, intesa come peccaminosa e distruttiva. Giustissimo._
_Da questo punto di vista, la legge antica è, sostanzialmente, un gigantesco monumento all'”agere contra”: ogni cavillo e ogni indicazione viene dato a supporto di una rigida disciplina personale. Ma “agere contra” deve avere il suo equilibrio, perché si corre il rischio di dimenticare l’umanità._
_Sì, perché “agere contra” non significa diventare disumani. Anzi, vorrebbe indicare esattamente l’opposto, ma a volte ce lo scordiamo. Così, nel mare magnum delle varie norme, leggi e tradizioni (personali e comunitarie), ci scordiamo l’ovvio: il bisogno di chi abbiamo accanto. La sua fame, la sua sete, le sue ferite: sono cose che hanno la priorità._
_Se ci scordiamo il cuore del fratello e della sorella, allora ogni disciplina personale, ogni sforzo ascetico, ogni “agere contra” perde di significato. E diventiamo un po’ meno uomini._