Catechisti Diocesi Di Como
Catechisti Diocesi Di Como
February 17, 2025 at 02:44 PM
Domenica 23 febbraio 2025 SETTIMA DOMENICA del T.O. Don Silvio Bellinello La parola amare contiene in sé molteplici significati ed è un termine che può essere riletto in modi diversi, la provocazione che le letture ci offrono ci aiuta a comprendere cosa significa amare nella logica cristiana. Lasciamoci come sempre interrogare dalle letture che ci vengono offerte per questa settima domenica del tempo ordinario. Un tempo quotidiano che è permeato dalla presenza di Dio e trova luce, forza e significato dalla sua presenza amorevole. La prima lettura, tratta dal primo libro di Samuele, ci presenta in uno scenario di battaglia e di avversità, una logica di amore che Saul vive nei confronti del consacrato del Signore. Una consapevolezza di rispetto presso l’unto del Signore e una logica che va oltre quella umana. La libertà, lo vedremo più volte, in queste letture, viene a confrontarsi con la logica umana e quella divina. Saul sceglie saggiamente di vivere quella logica divina, risparmiandola vita del consacrato del Signore. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni e queste influiscono o no sulla libertà propria e su quella degli altri. Il salmo responsoriale che la liturgia ci offre ci aiuta a ricordare chi è Dio e ci ricorda che Egli non condanna mai la persona, ma denuncia gli atti sbagliati che si compiono: il Signore è buono e grande nell’amore. L’accento è posto su quello che Dio è, con la prospettiva che l’agire umano possa essere ad immagine e somiglianza di quello divino. Anche la seconda lettura ci mette davanti agli occhi la dualità della libertà individuale: «il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Com’è l’uomo terreno cosi sono quelli della terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti». Ad ogni discepolo spetta scegliere se vivere come creature preoccupate solo delle cose della terra oppure vivere la logica liberante del vangelo che ci da uno sguardo differente sulla vita. Potrei chiedermi con voi: chi ci incontra scopre qualcuno innamorato di Dio e impegnato a rendere visibile il Regno di Dio nell’oggi? In questo anno giubilare diviene imperativo vivere, o tentare di raccontare, la Speranza che è Cristo Gesù. Abbiamo bisogno di mostrare una Chiesa innamorata del suo Signore e appassionata nel raccontare questa scoperta a tutti. Quest’arte dell’amare poi risulta essere un “mestiere impegnativo”. Voglio dare voce al brano evangelico di Luca che incontriamo: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo… Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi». Una logica radicale che ci chiede cambiamento e conversione vera. Una vita rinnovata frutto della confidenza con il Signore e docilità alla sua Grazia. Questa misura in più, lo sappiamo bene, non è frutto di una nostra bravura, ma è dono della grazia di Dio che opera nei cuori di coloro che sono aperti alla Verità! Disarmante è la logica evangelica: «Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso», via il giudizio, no alla condanna, si al perdono, si al dono di se stessi. Tutto per raccontare l’evento meraviglioso della vita in Cristo! Mi chiedo e vi chiedo: chi devo perdonare? Prego mai per coloro che mi hanno fatto del male? Cosa faccio per appianare le divergenze prima che diventino divisioni o limiti umanamente invalicabili? L’esperienza che apre a questa logica è quella del perdono, ricevuto, come dono immeritato, da Dio Padre e restituito nella carità a coloro che ci hanno ferito e tradito. Che bella la ferità medicata e curata col balsamo del perdono, che bella la guarigione del cuore che trasforma in tesoro prezioso l’esistenza umana. Anche qui mi chiedo che rapporto ho con il sacramento della Riconciliazione? Quanto ho compreso che da questa esperienza di Grazia, il perdono del Padre, scaturisce forza, gratitudine e impegno per non sciupare la vita? Concludendo possiamo chiedere insieme il dono di uno sguardo semplice, per riscoprire la presenza di Dio Padre nella vita quotidiana, per poter poi gioire di questa sua fedeltà. Amiamo allora come Egli ci chiede, lasciando andare tutto ciò che ci può ostacolare nella sequela a Gesù. Buon cammino nella sfida dell’amare divinamente!

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