
Comunità pastorale Madonna della neve
February 13, 2025 at 01:55 PM
Carissimi, è inutile la malattia, è inutile anche soffrire. E a volte, pensando al testamento di Bernadette, al termine della sua vita, lei dice che è stata una grazia l'essere stata inutile. Più volte diceva: "Sono come la scopa che quando servo vengo tirata fuori dal magazzino e poi vengo messa via senza essere più guardata”. Eppure questa ragazzina ignorante non riusciva neanche a fare la prima comunione, quando ai tempi si faceva l'esame per fare la comunione. Eppure questa ragazzina che aveva genitori ubriaconi e anche lei aveva preso un po' il vizio, perché affamata, povera, più povera dei poveri a Lourdes, che viveva in una cella umida dove anche lo stato francese aveva tolto le carceri perché troppo umide e quindi malsane, insalubri. Eppure la famiglia non aveva niente, aveva perso il mulino, aveva perso tutto e Bernadette con la famiglia stava lì ad abitare. Eppure nell'inutilità della vita la grazia di Dio si è accorta di lei e attraverso l'esperienza di Maria, Bernadette viene visitata. Se prendiamo la parola inutile e stacchiamo -in- da -utile-, quel -in- vuol dire che è dentro l'utile. Cosa vuol dire? Che l'inutilità che noi disprezziamo è dentro l'utilità, fa parte del nostro essere uomini e donne e potrebbe essere occasione, e dunque anche la malattia, se per quanto sia inutile, per quanto porta purtroppo a morire, per quanto porta disturbi, fatiche,... ho ben presente, mentre vi parlo, tutte quelle persone che per un ictus han dovuto cambiare la vita; ho presente anche quei giovani, che vedo quando vado il lunedì a fare fisioterapia, che per un incidente sono in carrozzina: avevano sogni, avevano progetti, volevano essere utili e si ritrovano con la tragica esperienza dell'inutilità, o come quegli anziani che dicono "Cosa sto qua a fare? Son qua a dar fastidio”; l'inutilità. Eppure questo in-utile dà valore all'utilità. Anche la sofferenza può insegnare, anche l'essere anziano può insegnare, anche l'essere in carrozzina può insegnare, perché nella vita non c'è nessuno che è marginale secondo il cuore di Dio. E se il mondo ci crede inutili, per Dio siamo dentro nell'utile, perché siamo importanti. Questa è l'esperienza di Lourdes. Una ragazzina incompresa, viene presa dal Signore e accompagnata da Maria. 18 apparizioni, tre delle quali senza parole, perché per amare non ci vogliono le parole, ci vogliono gli sguardi. E così Maria sorride a Bernadette. E quando Bernadette continua a insistere per chiedere il nome, Maria non glielo dice fino alla fine. E solo alla 18ª apparizione Maria dirà che è l'Immacolata Concezione a una bambina che era inutile perché il suo cervello non comprendeva e impara a memoria questa parola, tanto che va dal parroco affannata a ripetergliela e il parroco sviene. Perché nel 58 siamo, ma nel 54, 1854, Papa Pio IX a Roma disse che la Madonna era l'Immacolata Concezione, e Bernadette non poteva saperlo. E dunque il parroco le crede, l'inutilità di una parola diventa la forza di una bambina. E allora ciascuno di noi può essere forza non solo a se stesso, ma per gli altri, può essere testimonianza per gli altri. E dunque anche la malattia, nonostante sia legata al mistero del male, perché fa male, perché chi soffre, soffre e non ride, ma può essere trampolino di lancio per una grande testimonianza.
Pensiamo, carissimi, a Carlo Acutis, che diventerà santo tra poco; un ragazzo di 15 anni che viene, così, preso dalla leucemia, e se voi andate in internet, trovate il suo testamento, poche parole, sorridendo dice, - si è filmato, interessante - “Sto per morire”.
Pensiamo a Chiara Badano che viene a scoprire di un un grossissimo tumore e fa un calvario enorme; tutta la sua vita, i suoi sogni vengono rovinati, ma lei sorride e sorride fino alla fine, e vuole essere vestita da sposa per il suo funerale, e vuole che sia una festa perché incontrerà lo sposo.
Pensiamo a Bernadette con la tubercolosi. Aveva piaghe, ma sorrideva sempre e non lo faceva capire. Quando zoppicava diceva semplicemente che era inciampata e invece zoppicava perché non riusciva a camminare. Pensiamo a Teresina di Gesù Bambino a soli 24 anni, una tisi. Sputa sangue, non riesce, non si ritrova, non si ritrova, soffre, non riesce a essere utile, si sente inutile e poi un giorno sente la parola di Dio, Paolo che dice la tua inutilità è l'amore e allora è diventata forte. Dice io sono nella Chiesa l'amore, l'amore è la mia vocazione.
Vedete allora tanti esempi abbiamo storie meravigliose di persone che come noi hanno voluto bene a Gesù, sono affidati alla Madonna e hanno fatto della loro inutilità la loro grandezza e sono oggi utili a noi perché li preghiamo perché preghino per noi. Ma non voglio concludere questa omelia senza citare un altro bambino che è santo. Tutti han presente Fatima, Francesco, e tutti però consideriamo di più Lucia, ma secondo me il meglio ce l'ha Francesco, perché è un bambino inutile, Giacinta, viziata, voleva sempre vincere, lei, e anche quando diceva appunto di Maria, della Madonna, delle apparizioni, faceva notare il peso che lei sentiva la Madonna. Sapete che Francesco non la sentiva. Francesco la vedeva, ma non la sentiva e quindi chiedeva a Giacinta e a Lucia che cosa aveva detto la Madonna. E Francesco ormai si era talmente arreso che faceva contenta la sorellina dicendo "Fa niente se fa i capricci, se mi mette da parte, se vuole sempre vincere lei”. Le dava corda, diceva: "Sì, è vero, hai vinto tu, Sì, è vero, la senti tu, io non la sento.” Aveva fatto del suo essere messo da parte un motivo di offerta alla Madonna, per vivere bene, per vivere magnificamente. È un grande santo, un bambino che bagna il naso a tutti.
A un mondo che vuole arrivare, a un mondo che vuole e che insegna ai nostri giovani, ma anche a noi, che per valere qualcosa devi avere la laurea, devi essere super manager. Allora vali. Questi santi ci dicono che per valere nella vita bisogna solo amare. Come cambierebbe realmente la nostra vita, le nostre comunità, se ci volessimo più bene, se facessimo sentire apprezzato anche chi è ammalato, anche se non può fare più le cose, anche se si deve servire e riverire, anche se quando fa i capricci come bambini e ti viene il nervoso. Eppure dentro questa esperienza passa la grazia di Dio e passa l'amore. Non c'è nessuna vita inutile. E anche chi nella vita, come Francesco, Bernadette, si sono sentiti messi da parte, non hanno recriminato, non si sono arrabbiati, ma hanno fatto di questa esperienza l'occasione della conversione.
Chiediamo al Signore la grazia di essere persone inutili. D'altra parte ce lo dice anche il Vangelo. Non so se a voi piace questa pagina. A me non sempre. Quando dice "Ma avete lavorato, avete fatto tutto... Quando arrivate a sera dite 'Siamo servi inutili, abbiamo fatto quello che dovevamo fare, né più né meno'." E allora vedete, questo diventa l'anticamera di un amore grande. Facciamo sì che i nostri ammalati nelle nostre case, i nostri anziani non si sentano (un) di più, non si sentano inutili, non si sentano di peso, ma facciamo che la loro vita, attraverso il nostro sorriso, la nostra carezza, possa ancora portare bene, perché quello che conta nella vita non è fare, ma essere. Noi purtroppo stiamo dando molto peso al fare. Se fai vali, se non fai non vali niente. E invece tante volte è proprio l'essere in una situazione che fa valere, non il fare. Uno può anche non fare niente, ma come si pone, come si comporta, rende più bello il presente anche negli altri. E allora chiediamo alla Madonna la conversione di tutti, chiediamo anche, abbiamo il coraggio di chiedere la guarigione. Tanti di noi sono qui ammalati, tanti sono nelle case, nelle nostre case, li conosciamo bene. Noi possiamo chiedere il dono della guarigione, perché no? Con insistenza, perché, perché come dicevo all'inizio dell'omelia, la malattia è una cosa inutile, ma può essere occasione di conversione. E poi anche a Lourdes ci sono stati tanti miracoli, perché anche qui non può arrivare qualche altro miracolo. Chi l'ha detto che non può arrivare? Chiediamolo. Chiediamolo con insistenza.
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