TEATRO STABILE D'ABRUZZO
                                
                            
                            
                    
                                
                                
                                February 24, 2025 at 10:42 AM
                               
                            
                        
                            Per la Stagione Teatrale Aquilana, organizzata dal Teatro Stabile d’Abruzzo, va in scena   al   Ridotto   del   Teatro   Comunale,   giovedì   27   febbraio,   alle   21.00   e venerdì  28  febbraio  alle  17.30  e  alle 21.00,    “Il   male   oscuro”  di Giuseppe Berto,   riduzione   per   il   teatro   e   regia   Giuseppe   Dipasquale,   scene   Antonio Fiorentino, costumi Dora Argento. musiche Germano Mazzocchetti, con Alessio Vassallo,   Ninni   Bruschetta,   Cesare   Biondolillo,   Lucia   Fossi,   Luca   Iacono, Viviana   Lombardo,   Consuelo   Lupo,   Ginevra   Pisani.   Una   produzione   Teatro Biondo Palermo, Marche Teatro e Teatro Stabile di Catania.  “Il male oscuro” di Giuseppe Berto è considerato un caposaldo della letteratura italiana, un successo editoriale che nel giro di una settimana si aggiudicò i premi letterari  Viareggio  e  Campiello.  Eppure  il romanzo fu rifiutato da più di un editore prima che Rizzoli lo pubblicasse nel 1964. L’onda lunga del successo non si è mai spenta, tanto che gli editori continuano a ristamparlo in nuove edizioni, mentre nel 1990 Mario Monicelli ne ha tratto un film, pluripremiato, affidando il ruolo del protagonista a Giancarlo Giannini.“Il male oscuro”,  che narra la vicenda autobiografica di uno scrittore in crisi, segnato dai sensi di colpa per la morte del padre, colpisce per la sua attualità, per l’analisi accurata di un malessere profondo, nel quale oggi si riconoscono molti di noi.Bepi, l’io narrante del romanzo, è uno scrittore che ha la sensazione di non riuscire a governare  la   propria   vita. Sospinto dagli  eventi,   dall’incapacità   di superare il trauma della morte del padre, di relazionarsi autenticamente con i familiari, la moglie, l’amante, sprofonda nel baratro della depressione. Decide quindi di affidarsi alla psicanalisi per comprendere le ragioni profonde del suo malessere.L’inettitudine del protagonista, molto simile a quella dell’antieroe sveviano de “La coscienza di   Zeno”,  cui Berto ha   dichiarato   di  essersi ispirato, produce paradossalmente   situazioni   tragicomiche,   attimi   di   straniamento   che   tuttavia aiutano a comprendere la complessità di una condizione esistenziale tipicamente contemporanea.