Nam Myoho Renge Kyo
Nam Myoho Renge Kyo
February 15, 2025 at 01:36 AM
«Sappi, Ajita, che questi grandi bodhisattva per kalpa innumerevoli hanno praticato la saggezza del Budda. Sono stati tutti convertiti da me; io ho risvegliato in loro il desiderio della grande via. Sono figli miei, che dimorano in questo mondo svolgendo continuamente le pratiche dhuta. Prediligono un luogo quieto, rifuggono l'agitazione e la confusione delle grandi assemblee, non amano fare lunghi discorsi. Così questi figli studiano e praticano la Legge della mia via. E allo scopo di ricercare la via del Budda, giorno e notte si applicano sempre con diligenza in questo mondo di saha, dimorando nel vuoto al di sotto di esso. Con salda forza di volontà e concentrazione ricercano la saggezza con costanza e diligenza, espongono varie dottrine meravigliose e le loro menti sono libere dalla paura». Da “Il Sutra del Loto” (cap. XV. Emergere dalla terra) «Applicarsi con diligenza giorno e notte: questo è sempre stato il modo di ricercare la via del Budda» [...] «Questo brano sta dicendo che se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, allora istante dopo istante sorgeranno in noi i tre corpi del Budda di cui siamo eternamente dotati. Nam-myoho-renge-kyo è proprio una tale pratica diligente». Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 15. Emergere dalla terra) «Nella tua lettera chiedi: "Dal giorno in cui ho preso fede in questo sutra, ho continuato a leggere i dieci fattori della vita e la parte in versi del capitolo 'Durata della vita' e ho recitato il daimoku senza alcuna negligenza. Ma c’è una differenza fra i benefici del daimoku recitato da un santo e i benefici del daimoku che recitiamo noi?". Per risponderti, nessuno dei due è in alcun modo superiore o inferiore all’altro. L’oro posseduto da uno stolto non è differente dall’oro posseduto da un sapiente; il fuoco acceso da uno stolto è uguale al fuoco acceso da un sapiente. Tuttavia c’è una differenza se si recita il daimoku e allo stesso tempo si va contro l’intento di questo sutra. Nella pratica di questo sutra ci sono vari stadi [e di conseguenza varie forme di offesa]. Le riassumerò citando dal quinto volume di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”: "Illustrando i vari tipi di male, Parole e frasi del Sutra del Loto afferma concisamente: 'Predica fra i saggi, non fra gli stolti'. Enumerando questi mali, uno studioso dice: 'Prima elencherò le cattive cause, poi i loro effetti. Le cattive cause sono quattordici: 1) arroganza; 2) negligenza; 3) opinioni personali errate; 4) comprensione superficiale; 5) attaccamento alle illusioni e ai desideri; 6) non [voler] comprendere; 7) non credere; 8) mostrare ripugnanza aggrottando le sopracciglia; 9) covare dubbi; 10) offendere la Legge; 11) disprezzare; 12) odiare; 13) invidiare; 14) serbare rancore'". Queste quattordici offese si applicano sia al clero che ai laici, quindi devi guardarti da esse. Nel passato il Bodhisattva Mai Sprezzante sostenne che tutti gli esseri umani hanno la natura di Budda, che abbracciando il Sutra del Loto avrebbero conseguito sicuramente la Buddità e che disprezzare una persona è disprezzare il Budda stesso. La sua pratica era di venerare tutti. Egli venerava anche coloro che non credevano nel Sutra del Loto perché anch’essi avevano la natura di Budda e un giorno avrebbero potuto credere nel sutra. A maggior ragione devi venerare i monaci e i laici che abbracciano il sutra». Dal Gosho “Le quattordici offese” (RSND, vol. I)

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