
Nam Myoho Renge Kyo
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Nam Myōhō Renge Kyō Nichiren Daishonin (Zeshō-bō Renchō) Canale dedicato al Buddismo di Nichiren Daishonin. Vengono pubblicati estratti dal Sutra del Loto, dai Gosho e dalla Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden). [email protected] Già su Telegram: https://t.me/NamMyohoRengeKyo
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«A quel tempo il Budda disse ad Ananda: "In una prossima vita diverrai un Budda col nome di Tathagata Re di Saggezza e Potere Illimitato Come i Mari e i Monti, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Farai offerte a sessantadue milioni di Budda, custodirai e proteggerai i loro forzieri del Dharma; infine conseguirai l'anuttara-samyak-sambodhi. Istruirai e convertirai bodhisattva numerosi quanto ventimila volte dieci miliardi di granelli di sabbia del Gange e li condurrai all'anuttara-samyak-sambodhi"». Dal "Sutra del Loto" (cap. IX. Predizioni conferite ai novizi e ai discepoli anziani) «"Montagna" sta per il principio che i desideri terreni sono Illuminazione. "Mare" sta per il principio che le sofferenze di nascita e morte sono nirvana. "Saggezza" è ciò che è espresso nelle parole che pronunciamo. "Illimitata" significa senza ostacoli o impedimenti. "Potente Re" [o "Penetrante Re"] si riferisce al mutuo possesso dei dieci mondi, ai cento mondi e mille fattori, ai tremila regni in un singolo istante di vita». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 9. Predizioni conferite ai novizi e ai discepoli anziani) «La tartaruga che fu salvata da Mao Pao non dimenticò di ripagare il favore ricevuto in passato. Il grande pesce dello stagno di K’un-ming, per poter ripagare l’uomo che gli aveva salvato la vita, gli fece omaggio di un gioiello lucente nel cuore della notte. Se perfino gli animali sanno come ripagare i propri debiti di gratitudine, perché non dovrebbero farlo uomini che sono dei grandi santi? Il Venerabile Ananda era il secondo figlio del re Dronodana e il Venerabile Rahula era il nipote del re Shuddhodana. Entrambi erano nati in famiglie molto illustri e avevano anche raggiunto il livello di arhat. Eppure gli era stato precluso il conseguimento della Buddità. Tuttavia durante l’assemblea di otto anni sul Picco dell’Aquila, [in cui fu predicato il Sutra del Loto], fu rivelato che sarebbero divenuti Budda coi nomi di Tathagata [Re di] Saggezza [e Potere Illimitato] come i Mari e i Monti e Tathagata che Cammina su Sette Preziosi Fiori. Malgrado fossero grandi santi, di nobile famiglia, se non fosse stato per la rivelazione nel Sutra del Loto, chi li avrebbe riveriti?». Dal Gosho “L’apertura degli occhi”, prima parte (RSND, vol. I) «Nel Sutra degli Innumerevoli significati, che funge da insegnamento introduttivo al Sutra del Loto, il Budda dichiara: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità», un’affermazione che di fatto cancella la dottrina del Nembutsu. E nel Sutra del Loto stesso dice: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema», intendendo dire che egli ha abbandonato la meditazione Nembutsu. Con questo, il Venerabile Shariputra, il membro anziano dell’assemblea alla quale si rivolge il Sutra di Amida, scartò il Sutra di Amida e ripose fede invece nel Sutra del Loto diventando poi tempo dopo il Tathagata Fiore Splendente. Allo stesso modo anche il Venerabile Ananda, che era già al corrente dei quarantotto voti di Amida, mise da parte i tre sutra della Pura terra, per accettare e sostenere il Sutra del Loto e diventò così un Budda chiamato Re di Saggezza e Potere Illimitato come i Mari e i Monti». Dal Gosho “Il Nembutsu e l’inferno di incessante sofferenza” (RSND, vol. II)

«Il Budda disse a Re della Medicina: "Inoltre, se dopo l'estinzione del Tathagata qualcuno ascolterà il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, anche solo un verso o una frase, e nella mente ne gioirà anche solo per un istante, anche a lui predico il conseguimento dell'anuttara-samyak-sambodhi. E ancora, se ci saranno persone che abbracciano, leggono, recitano, diffondono e copiano il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa anche un solo verso, e nutrono per questo sutra lo stesso rispetto che nutrono per il Budda, offrendo fiori, incenso, collane, incenso in polvere, in pasta e da bruciare, drappi di seta, stendardi e vessilli, indumenti e musica, e giungono le mani in segno di riverenza allora, Re della Medicina, sappi che tali persone hanno già offerto doni a centomila milioni di Budda; sotto quei Budda hanno adempiuto il loro grande voto e, mossi da compassione per gli esseri viventi, sono nati in questo mondo umano"». Da "Il Sutra del Loto" (cap. X. Il Maestro della Legge) «Il "grande voto" si riferisce alla propagazione del Sutra del Loto. "Mosse da compassione per gli esseri viventi" si riferisce a tutti gli esseri viventi del Giappone. Le persone che "sono nate in questo mondo malvagio" sono Nichiren e i suoi seguaci. "Ampiamente" significa esporre il sutra in tutto il continente meridionale di Jambudvipa. "Questo sutra" si riferisce al Daimoku. Ora il brano citato si riferisce a Nichiren e ai suoi seguaci, che recitano il Daimoku, Nam-myoho-renge-kyo». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 10. Il Maestro della Legge) «Lode alla profondità del Sutra del Cuore di Tz’u-en afferma: "Visti alla luce della loro grande compassione per gli esseri viventi, i bodhisattva devono sempre essere considerati icchantika. Ma, visti alla luce della loro grande saggezza, è naturale dedurre che possano conseguire la Buddità. Pao-kung dice: 'Chiamarli icchantika di grande compassione significa vederli alla luce degli insegnamenti esposti nei sutra precedenti al Loto. Ma non è ammissibile usare gli insegnamenti precedenti per criticare gli insegnamenti successivi. I commentari degli studiosi buddisti per la maggior parte concordano su questo punto'”. Un commentario a La lama di diamante afferma: "L’oggetto da osservare con la pratica sono le quattro nobili verità. Il regno di nascita e morte, composto dai cento mondi e tremila regni, è veramente caratterizzato dalla sofferenza. Comprendere che questo regno di nascita e morte non è altro che il nirvana è ciò che significa il primo dei quattro voti universali, 'gli esseri viventi sono innumerevoli: io faccio voto di salvarli'. I cento mondi e i tremila regni sono permeati dalle tre categorie di illusione. Comprendere che queste illusioni e questi desideri non sono altro che illuminazione è ciò che significa il secondo dei quattro voti: 'Le illusioni e i desideri sono innumerevoli: io faccio voto di sradicarli'. Comprendere che il regno di nascita e morte è il nirvana, cioè illuminarsi alla natura di Budda dell’insegnamento perfetto, è ciò che significa il quarto dei quattro voti: 'La via del Budda è suprema: io faccio voto di raggiungerla'. Comprendere che le illusioni sono illuminazione e che tutte fanno parte della saggezza è ciò che significa il terzo dei quattro voti: 'Gli insegnamenti sono infiniti: io faccio voto di conoscerli tutti'. Poiché le illusioni e la saggezza non sono due cose diverse, gli esseri viventi e i Budda devono essere un’unica entità. E poiché la sofferenza e la causa della sofferenza sono unicamente prodotti della mente, i quattro voti universali sono così risolti e portati a compimento. L’uno è i molti, il tutto; questo stanno dicendo queste parole"». Dal Gosho “Le persone dei due veicoli e i bodhisattva non possono conseguire la Buddità negli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto” (RSND, vol. II)

«A quel tempo innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di specie di esseri viventi si radunano nel luogo ove è il Budda per ascoltare il Dharma. Il Tathagata osserva se le capacità di questi esseri viventi sono sviluppate o ottuse, se essi si sforzano con diligenza o sono pigri. Poi, in relazione a ciò che ognuno è in grado di udire, predica loro la Legge in un'innumerevole varietà di modi, così che ciascuno ne gioisca e possa trarne immensi benefici». Dal “Sutra del Loto” (cap. V. La parabola delle erbe medicinali) «La fede nel cuore del Sutra del Loto corrisponde ai semi. E quando si entra nell'Illuminazione del vero aspetto di tutti i fenomeni, allora si ottiene il frutto della Buddità. La "medicina" rappresenta la mente degli esseri viventi nei nove mondi. La mente che è devota agli insegnamenti provvisori è paragonabile a una pianta velenosa. Ma quando si incontra il Sutra del Loto, allora nella terra della mente dei desideri terreni che è afflitta dai tre veleni di avidità, collera e stupidità vengono piantati i semi del completo godimento dei tre corpi di un Budda, e risvegliarsi a questo fatto è ciò che si intende con "medicina"». Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 5. La parabola delle erbe medicinali) «Io, Nichiren, sono simile al Bodhisattva Mai Sprezzante. Se il governante di un paese uccide i suoi genitori o un umile suddito uccide suo padre e sua madre, benché fra gli assassini vi sia una grande differenza di posizione sociale, il crimine è identico ed entrambi cadranno nell’inferno della sofferenza incessante. Allo stesso modo, benché il Bodhisattva Mai Sprezzante e io siamo a livelli differenti, eseguiamo la stessa azione. Perciò, se il Bodhisattva Mai Sprezzante è destinato a conseguire la Buddità, non c’è dubbio che anch’io otterrò il frutto della Buddità». Dal Gosho “Rimproverare l’offesa alla Legge e cancellare le colpe” (RSND, vol. I)

«Onorato dal Mondo, noi eravamo soliti pensare di aver già raggiunto l'estinzione definitiva. Ma ora capiamo di essere stati privi di saggezza. Perché? Perché, sebbene fossimo in grado di conseguire la saggezza del Tathagata, ci siamo accontentati di una saggezza insignificante. Onorato dal Mondo, è come nel caso di un uomo che si recò a casa di un caro amico e che, dopo essersi ubriacato con il vino, si addormentò. A quel tempo l'amico doveva allontanarsi per un incarico ufficiale. Preso un gioiello inestimabile, lo cucì nella fodera della veste dell'amico e lo lasciò andandosene. L’uomo dormiva ubriaco e non si accorse di nulla. Quando si risvegliò, si mise in viaggio verso altri paesi. Per procurarsi cibo e vesti dovette darsi da fare con tutte le sue energie e con diligenza, affrontando enormi difficoltà e cavandosela con quel poco che poté racimolare. In seguito l'amico lo incontrò per caso e disse: "Che cosa assurda, vecchio mio! Come mai ti sei ridotto così per procurarti da mangiare e vestire? In passato mi volli assicurare che tu potessi vivere agiatamente e soddisfare i cinque desideri; così in quel dato giorno di quel mese di quell'anno, presi un gioiello inestimabile e lo cucii nella fodera del tuo abito. Deve trovarsi ancora lì adesso. Ma tu non ne sapevi nulla e ti sei affaticato e tormentato cercando di guadagnarti da vivere. Che cosa insensata! Ora devi prendere il gioiello e barattarlo con dei beni. Allora potrai avere in ogni momento tutto ciò che desideri e non sperimenterai mai più la miseria o il bisogno"». Da "Il Sutra del Loto" (cap. VIII. Predizione dell’Illuminazione a cinquecento discepoli) «Il vino rappresenta l'ignoranza, e l'ignoranza porta a offendere la Legge. Addormentarsi significa nascere in una famiglia che offende la Legge. Nel passato, in un tempo lontano un numero di kalpa pari alle particelle di polvere di un sistema maggiore di mondi, certe persone bevvero il vino dell'influenza del male; come conseguenza, in uno stato di ubriachezza continuarono a trasmigrare nei cinque o sei regni inferiori dell'esistenza, e ora sono nate in famiglie che offendono la Legge. Essere ubriachi significa mancare di fede; essere sobri significa avere fede. Ora, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, essi stanno in effetti smaltendo l'ubriacatura dal vino dell'ignoranza». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 8. Predizione dell'Illuminazione a cinquecento discepoli) «T’ien-t’ai dice: "Osservando la furia della pioggia possiamo capire la mole del drago che l’ha causata, e osservando la fioritura del loto possiamo capire la profondità dello stagno in cui cresce". Miao-lo afferma: "I sapienti sanno percepire l’origine delle cose, come i serpenti conoscono la via dei serpenti". Se il cielo è sereno, la terra è illuminata. Similmente, se si conosce il Sutra del Loto si può comprendere il significato degli affari di questo mondo. Con grande compassione per coloro che ignorano la gemma della dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, il Budda l’ha avvolta con i cinque caratteri [di Myoho-renge-kyo] e l’ha appesa al collo della gente ignorante dell’ultima epoca. I quattro grandi bodhisattva proteggeranno queste persone [che abbracciano i cinque caratteri] non diversamente da come T’ai-kung Wang e il duca di Chou protessero il re Wen e da come i Quattro anziani canuti servirono l’imperatore Hui». Dal Gosho “L’oggetto di culto per l’osservazione della mente istituito nel quinto periodo di cinquecento anni dopo la morte del Tathagata” (RSND, vol. I)

«A quel tempo l'Onorato dal Mondo, finito di recitare i versi, fece un annuncio alla grande assemblea con queste parole: "Questo mio discepolo, Mahakashyapa, nelle esistenze future potrà accedere al cospetto di tremila miliardi di Budda, Onorati dal Mondo, fare loro offerte, riverirli, onorarli, lodarli e diffondere le innumerevoli grandi dottrine dei Budda. Nella sua incarnazione finale sarà in grado di diventare un Budda e si chiamerà Tathagata Fulgida Luce, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo"». Da "Il Sutra del Loto" (cap. VI. Predizioni) «Il nome Fulgida Luce si riferisce alle sembianze e all'aspetto di tutti gli esseri viventi. La luce è il fuoco delle furiose fiamme dell'inferno. Non è altro che il fuoco della saggezza del Budda di gioia illimitata originalmente illuminato. Lo stesso si applica a ognuno degli altri dieci mondi fino al frutto della Buddità. Ora nel mezzo delle tenebre e dell'oscurità delle offese alla Legge, quando Nichiren e i suoi seguaci emanano la fulgida luminosità di Nam-myoho-renge-kyo, questo è di fatto Mahakashyapa, il Tathagata Fulgida Luce». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 6. Concessione della profezia) «[...] quando fu predicato il Sutra del Loto, il venerabile Mahakashyapa ricevette la profezia che sarebbe diventato un Budda di nome Tathagata Fulgida Luce, e Maugdalyayana, Subhuti, Mahakatyayana e gli altri compresero che anch’essi erano certi di conseguire la Buddità. Così la loro gioia fu pari a quella di una persona che, venendo da una terra funestata dalla carestia, s’imbatte improvvisamente nel banchetto di un grande re. Sin dal passato senza inizio, noi esseri viventi non siamo mai stati, nemmeno per un istante, separati da questo gioiello che esaudisce i desideri di Myoho-renge-kyo. Ma, confusi dal vino dell’ignoranza, non ci rendiamo conto di ciò che è nascosto nella fodera della nostra veste e ci accontentiamo di un piccolo guadagno. Sebbene siamo esseri viventi che, semplicemente recitando Nam-myoho-renge-kyo, potrebbero rapidamente conseguire la Buddità, osserviamo precetti di poca importanza come i cinque precetti o i dieci buoni precetti e rinasciamo di conseguenza nel regno degli esseri celesti, sotto forma di divinità come Brahma o Shakra, pensando che si tratti di un risultato meraviglioso. Oppure a volte rinasciamo come esseri umani, diventiamo sovrani di vari paesi, alti ministri, nobili di corte o altri funzionari di corte e ci riteniamo incomparabilmente felici. Così ci accontentiamo di questi piccoli guadagni e ne siamo estremamente lieti. Ma il Budda ha insegnato che queste realizzazioni non sono che una semplice prosperità acquisita in sogno, una gioia immaginaria, e che dovremmo semplicemente accettare e sostenere il Sutra del Loto e diventare rapidamente Budda». Dal Gosho “Sovrano, maestro e genitore” (RSND, vol. II)

«Noi siamo ormai in età avanzata e, sentendo parlare di questa anuttara-samyak-sambodhi con la quale il Budda istruisce e converte i bodhisattva, le nostre menti non hanno provato alcuna sensazione di gioia o di entusiasmo. Ora, tuttavia, al cospetto del Budda abbiamo sentito che questo ascoltatore della voce ha ricevuto la predizione che in futuro otterrà l'anuttara-samyak-sambodhi e il nostro cuore ne è estremamente felice. Abbiamo ottenuto una cosa senza precedenti. D'improvviso abbiamo potuto ascoltare una Legge che è molto raro incontrare, una cosa assolutamente inattesa, e ci consideriamo veramente fortunati. Abbiamo ricevuto un grandissimo beneficio, abbiamo ottenuto un gioiello inestimabile senza cercarlo. Onorato dal Mondo, avremmo piacere di illustrare ciò che intendiamo con una parabola. Immaginiamo un uomo che in gioventù abbia abbandonato il padre e sia fuggito per vivere in luoghi lontani per molto tempo, dieci, venti, forse addirittura cinquant'anni. Divenuto col passare degli anni sempre più povero e indigente, vagava in ogni direzione alla ricerca di cibo e di vesti. Dopo un incessante e remoto girovagare gli capitò per caso di volgere i suoi passi in direzione della sua terra natia. Nel frattempo il padre aveva condotto senza successo ricerche sul figlio e si era trasferito in una certa città» [...] «Onorato dal Mondo, a quel tempo il figlio ridotto in miseria passava da un mestiere all'altro finché giunse per caso davanti alla casa del padre» [...] «Dentro di sé gli sovvenne questo pensiero: "Deve trattarsi di un re o di una persona di rango simile a quello di un re. Questo non è certo un posto in cui io possa sperare di ottenere un lavoro e guadagnarmi da vivere"» [...] «A quel tempo il vecchio benestante, assiso sul suo trono di leone, notando il figlio lo riconobbe immediatamente e il suo cuore si riempì di grande gioia» [...] «Trascorso un certo lasso di tempo, il padre intuì che il figlio a poco a poco era diventato più sicuro di sé, aveva allargato la sua mente e sviluppato una grande volontà, che cominciava a vergognarsi della precedente bassa opinione che aveva avuto di se stesso. Sentendo che la sua fine si avvicinava, ordinò al figlio di organizzare un incontro con tutti i parenti, in presenza del sovrano, degli alti dignitari, dei nobili e di tutte le persone del palazzo. Quando tutti furono riuniti, fece questa dichiarazione:» [...] «"Questo è veramente mio figlio e io sono davvero suo padre. Ora sappiate che tutti i miei averi, le mie ricchezze e le mie proprietà in futuro apparterranno a questo mio figlio. Egli è perfettamente al corrente di tutti gli affari precedenti relativi alle entrate e alle uscite". Onorato dal Mondo, quando il figlio ridotto in miseria ebbe udito queste parole del padre, provò una gioia profonda, dato che aveva ottenuto quello che mai aveva avuto prima. Subito ebbe questo pensiero: "Non mi è mai passato per la testa di desiderare o di cercare questi beni. Eppure tutte queste ricchezze sono venute a me spontaneamente!". Onorato dal Mondo, il vecchio con le sue immense ricchezze non è altri che il Tathagata e tutti noi siamo i figli del Budda». Dal “Sutra del Loto” (cap. IV. Fede e comprensione) «Parole e frasi, volume sesto, dice: "Nel brano 'abbia abbandonato il padre e sia fuggito via', 'abbandonare' significa allontanarsi dal grande veicolo, 'fuggire' significa nascondersi nell'oscurità, o nell'ignoranza, e 'via' significa dirigersi verso il regno di nascita e morte"». Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 4. Fede e comprensione) «Non credo che Shariputra, Maudgalyayana e gli altri grandi ascoltatori della voce abbandonerebbero i praticanti che lodano uno qualsiasi degli insegnamenti esposti dal Budda nella sua vita, ma è probabile che nutrano un lieve risentimento verso i vari sutra predicati prima del Sutra del Loto. Questo certamente a causa dell’ammonimento [in essi contenuto]: "Fra gli insegnamenti del Budda essi [gli ascoltatori della voce] sono come semi già rovinati". Ora che sono diventati i Tathagata Fiore Splendente, Forma Rara e Splendore Universale, una fortuna davvero insperata, devono sentirsi come se le montagne K’un-lun si fossero spaccate ed essi fossero potuti entrare in quelle montagne dei tesori. Per questo nel passo di lode essi dicono: "Abbiamo ottenuto un gioiello inestimabile senza cercarlo". Perciò non può esserci alcun dubbio che tutte le persone dei due veicoli proteggeranno i praticanti del Sutra del Loto. Persino umili animali sanno ripagare i loro debiti di gratitudine. Un uccello, l’oca selvatica, adempie i doveri filiali verso la madre quando quest’ultima è sul punto di morire. E la volpe non dimentica la sua collinetta. Se perfino gli animali agiscono così, a maggior ragione devono farlo gli esseri umani». Dal Gosho “Sulle preghiere” (RSND, vol. I)

«Shariputra, da quando ho conseguito la Buddità ho esposto ampiamente i miei insegnamenti servendomi di varie cause e parabole e con innumerevoli espedienti ho guidato gli esseri umani inducendoli a rinunciare ai loro attaccamenti. Per quale motivo? Perché il Tathagata è completamente dotato sia egli espedienti sia della paramita della saggezza. Shariputra, la saggezza del Tathagata è vasta e profonda». Da "Il Sutra del Loto" (cap. II. Espedienti) «Parole e frasi, volume terzo, dice: "Prima il brano loda la vera saggezza e poi loda la saggezza provvisoria. 'Vera' qui si riferisce alla 'saggezza dei Budda'. Non si tratta del 'vero e provvisorio' che si applica agli insegnamenti esposti in accordo con le capacità delle persone, i tre insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, il Tripitaka, l'insegnamento di connessione e l'insegnamento specifico. Perciò il testo la definisce la saggezza 'dei Budda'. È una manifestazione della verità che i Budda hanno compreso per se stessi, e perciò è chiamata 'saggezza'. L'essenza di questa saggezza sono i tre tipi di saggezza di una singola mente. 'Infinitamente profonda e incommensurabile' sono le parole di lode rivolte a questa saggezza. La vera saggezza dei Budda è talmente profonda che può penetrare con chiarezza fino al fondamento stesso della verità universale; perciò è definita 'infinitamente profonda'"». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 2. Espedienti) «Il sutra afferma: "La saggezza dei Budda è infinitamente profonda e incommensurabile". “I Budda” indica tutti i Budda delle dieci direzioni nelle tre esistenze: il Tathagata Mahavairochana della scuola della Vera parola, il Budda Amida della scuola della Pura terra, ogni singolo Budda e bodhisattva di qualsivoglia sutra o scuola, tutti i Budda del passato, futuro e presente e l’attuale Tathagata Shakyamuni. E il sutra parla della saggezza di tutti questi Budda. Cosa si intende per questa “saggezza”? È l’entità del vero aspetto di tutti i fenomeni e dei dieci fattori della vita che conducono tutti gli esseri alla Buddità. Che cos’è dunque questa entità? È Nam-myoho-renge-kyo. Un commentario afferma che il profondo principio del vero aspetto è la Legge originariamente inerente di Myoho-renge-kyo». Dal Gosho “Le illusioni e i desideri sono illuminazione” (RSND, vol. I)

«A quel tempo i monaci, le monache, i laici e le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda i kimnara, i mahoraga, gli esseri umani e non umani dell'assemblea e anche i re minori e i saggi re che girano la ruota - tutti coloro che erano riuniti nella grande assemblea - avendo ottenuto ciò che non avevano mai conosciuto, gioirono profondamente congiunsero le mani devotamente e guardarono il Budda. A quel tempo il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di candidi capelli tra le sue sopracciglia - uno dei suoi segni caratteristici - illuminando diciottomila mondi verso oriente. Non vi era luogo che la luce non penetrasse, in basso fino all'inferno Avichi e in alto fino al cielo Akanishtha. Da questo mondo si potevano scorgere in tutte le altre terre gli esseri viventi dei sei sentieri. Allo stesso modo si potevano vedere i Budda presenti in quelle altre terre e udire gli insegnamenti dei sutra che quei Budda stavano esponendo. Contemporaneamente si potevano vedere i monaci e le monache, i laici e le laiche, che avevano portato a termine le pratiche religiose e avevano raggiunto la via. E si potevano anche vedere i bodhisattva e i mahasattva che in seguito a varie cause e condizioni e vari tipi di fede e comprensione, in varie forme e aspetti, stavano completando la via del bodhisattva. E si potevano pure scorgere i Budda entrati nel parinirvana e vedere le torri adornate con i sette tesori erette per le loro spoglie dopo l'ingresso dei Budda nel parinirvana». Dal “Sutra del Loto” (cap. I. Introduzione) «Il fuoco è il fuoco della saggezza della natura del Dharma. Il fuoco ha due funzioni. L'una, quella di illuminare, è la saggezza della verità che funziona in accordo con le circostanze mutevoli. L'altra, quella di bruciare, è il principio della verità immutabile. Queste due parole, "illuminare" e "bruciare", rappresentano rispettivamente l'insegnamento essenziale e l'insegnamento teorico. E queste due funzioni del fuoco, la capacità di illuminare e di bruciare, sono entrambe intrinseche a Nam-myoho-renge-kyo. Oggi, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano le parole Nam-myoho-renge-kyo, stanno illuminando l'oscurità di nascita e morte, rendendola chiara, così che il fuoco della saggezza del nirvana possa risplendere». Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. I. Introduzione) «L’uomo non illuminato chinò la testa, congiunse le mani e disse: "D’ora in poi accetterò e abbraccerò il re dei sutra, il Loto dell’unica verità, e prenderò come mio vero maestro il Budda, l’unico degno d’onore nel triplice mondo. Da adesso, col mio attuale corpo di essere comune, fino a quando avrò ottenuto il corpo di un Budda, non abbandonerò mai questa fede. Anche se le nuvole dei cinque peccati capitali si addensassero su di me, mi sforzerò di emulare l’esempio di Devadatta nel conseguire la Buddità. Anche se le onde delle dieci azioni malvagie mi colpissero, continuerò a desiderare di essere simile a coloro che strinsero un legame col Sutra del Loto ascoltando i principi predicare". Il santo disse: "Il cuore umano è come l’acqua che assume la forma del recipiente e la natura degli esseri fluttua come il riflesso della luna sulle onde. Adesso tu dici di avere una fede salda, ma in seguito cambierai certamente idea. Se i diavoli e i demoni venissero a tentarti non dovrai farti distrarre. Il demone celeste odia la Legge del Budda e i non buddisti avversano il sentiero degli insegnamenti buddisti. Ma tu devi essere come una montagna dorata che risplende più luminosa quando viene scalfita dal cinghiale, come il mare che accoglie tutti i corsi d’acqua, come il fuoco che brucia più alto quando vengono aggiunti ceppi o come l’insetto kalakula che diventa più grande quando soffia il vento. Se segui questi esempi, come potrebbe il risultato non essere positivo?"». Dal Gosho “Conversazione fra un santo e un uomo non illuminato” seconda parte (RSND, vol. I)

«A quel tempo la mente di Shariputra danzò di gioia. Egli si alzò immediatamente, giunse le mani, guardò con reverenza il viso dell'Onorato dal Mondo e disse al Budda: "Ora, udendo dall'Onorato dal Mondo questa voce della Legge, il mio cuore ha esultato di gioia. Sento di aver ottenuto qualcosa che mai in precedenza avevo pensato di poter ottenere"». Da "Il Sutra del Loto" (cap. III. Parabola e similitudine) «Gassho, o "giungere le palme delle mani", è un altro nome del Sutra del Loto. Kobutsu, o "volgersi verso il Budda", significa incontrare e riverire il Sutra del Loto. Giungere le palme è un elemento del corpo. Volgersi verso il Budda è un elemento della mente. Il brano descrive come si danzi di gioia quando si arriva alla comprensione che gli elementi del corpo e della mente sono la Legge meravigliosa». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 3. Similitudine e parabola) «Si dice che in India il Sutra del Loto riempisse un deposito dalla circonferenza di sedici ri e quindi doveva comprendere innumerevoli passi che riguardavano la pratica. Ma la strada che collega l’India alla Cina è lunga qualcosa come cinquantottomila o persino centomila ri, irta di difficoltà e pericoli come le dune mobili del deserto e le catene montuose del Pamir, e in previsione di un viaggio tanto lungo e difficoltoso le parti meno importanti del sutra furono omesse. Inoltre, vanno considerati i gusti e le intenzioni dei traduttori. Alcuni amavano dilungarsi nei dettagli e disapprovavano la concisione, mentre altri preferivano traduzioni concise e disdegnavano l’abbondanza di dettagli. Per esempio, Hsüang-tsang amava le analisi dettagliate e così, quando tradusse in cinese il Sutra della Saggezza, che nell’originale era in quaranta volumi, la sua traduzione raggiunse i seicento volumi. Il Maestro del Tripitaka Kumarajiva, invece, preferiva la sintesi, e così quando tradusse Grande perfezione della saggezza, i mille volumi dell’originale furono ridotti a cento. Dunque, è assai difficile decidere quale sutra, tra il Loto e quello di Mahavairochana, sia superiore semplicemente in base al fatto che descriva mudra e mantra. La traduzione del Sutra del Loto a opera di Kumarajiva non attribuisce un’importanza primaria a mudra e mantra [e quindi non li menziona]. Ma Regole dei rituali basati sul Sutra del Loto, tradotto dal Maestro del Tripitaka Pu-k’ung, comprende una discussione dei mudra e dei mantra. La traduzione di Kumarajiva del Sutra dei Re benevolenti non fa menzione dei mudra e dei mantra, ma la traduzione di Pu-k’ung dello stesso sutra aggiunge una discussione di questi argomenti. Vediamo così che queste differenze sono dovute ai gusti e all’intenzione del traduttore. Inoltre, nel Sutra del Loto il Budda dice: "E per loro insegno l’emblema [in] della realtà delle cose" , in cui la parola “emblema” indica il mudra [in] delle mani giunte. E il capitolo “Parabola e similitudine” afferma: "Predico questo mio sigillo del Dharma [in] per arrecare beneficio al mondo". Che dire di questi passi? Anche se un sutra può essere più particolareggiato e un altro più sintetico, il loro contenuto non è completamente diverso. Inoltre, quando il Budda parla con la sua lunga e larga lingua, tutte le sue emissioni vocali sono mantra, o “vere parole”». Dal Gosho “Analisi della scuola della Vera parola” (RSND, vol. II)

«Ricordo che in passato, un numero incommensurabile, illimitato di kalpa or sono, visse un Budda, il più onorato tra gli esseri con due gambe, chiamato Grande Saggezza Universale. Se una persona avesse il potere di sbriciolare la terra di migliaia di milioni di mondi, se macinasse ogni particella di terra fino a ridurla in polvere di inchiostro e lasciasse cadere una particella di polvere ogni volta che ha attraversato mille mondi, e continuasse in questa maniera fino a esaurimento delle particelle; e se qualcuno prendesse tutta la terra dei mondi attraversati, che vi sia stata fatta cadere la particella o no, e di nuovo riducesse in polvere tutta la terra, considerando che ogni granello di polvere rappresenti un kalpa, il numero dei minuscoli granelli di polvere sarebbe inferiore al numero di kalpa trascorsi da quando visse quel Budda. Da quando quel Budda si è estinto è trascorso un tale incommensurabile numero di kalpa. Il Tathagata con la sua illimitata saggezza conosce il momento in cui quel Budda si estinse, i suoi ascoltatori della voce e bodhisattva, come se stesse assistendo a quell'estinzione in questo istante. Voi, monaci, sappiate che la saggezza del Budda è pura, sottile, meravigliosa, priva di difetti, priva di impedimenti, vasta e capace di penetrare innumerevoli kalpa». Da "Il Sutra del Loto" (cap. VII. La parabola della città fantasma) «Daitsu, o Grande Universale, rappresenta il re della mente o il nucleo della mente, mentre Chisho, o Eccellenza di Saggezza, rappresenta le funzioni distintive della mente. Grande Universale è l'insegnamento teorico ed Eccellenza di Saggezza è l'insegnamento essenziale. Grande Universale Eccellenza di Saggezza è questo corpo che ognuno di noi possiede. Ora, Nichiren e i suoi seguaci, che recitano Nam-myoho-renge-kyo, sono Grande Universale; l'atto di recitare il Daimoku è Eccellenza di Saggezza. La saggezza dei devoti del Sutra del Loto è cento, mille, diecimila volte più eccellente della più grande saggezza delle scuole degli insegnamenti provvisori. Perciò è chiamata Eccellenza di Saggezza». Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 7. La parabola della città fantasma) «Studiai i sutra hinayana e mahayana, cominciando come un praticante comune senza alcuna comprensione e salendo gradualmente allo stato di grande bodhisattva. Per un kalpa, due kalpa, per innumerevoli kalpa, mi dedicai alle pratiche del bodhisattva, fin quasi a raggiungere lo stadio di non regressione. E invece fui tirato indietro dalla forza schiacciante delle influenze demoniache, e non conseguii mai la Buddità. Non so se ho fatto parte del terzo gruppo di coloro che non credettero quando ascoltarono predicare il Sutra del Loto dai figli del Budda Grande Saggezza Universale e non riuscirono a conseguire la Buddità nemmeno durante la vita del Budda Shakyamuni, oppure se esitai e mi allontanai dagli insegnamenti che avevo udito in quel tempo lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi e perciò sono rinato in quest’epoca. Quando una persona predica gli insegnamenti del Sutra del Loto, può superare tutte le difficoltà provocate dalle influenze demoniache del mondo secolare, o dalle persecuzioni di sovrani, non buddisti, o seguaci dei sutra hinayana. E tuttavia può incontrare qualcuno come Tao-ch’o, Shantao, o Honen, preti che sembrano conoscere a fondo gli insegnamenti dei sutra mahayana provvisori e veri, ma che di fatto sono posseduti dai demoni. Simili uomini sembrano esaltare il Sutra del Loto, ma in realtà sminuiscono la capacità delle persone di capirlo, asserendo che i suoi princìpi sono molto profondi mentre la comprensione umana è scarsa». Dal Gosho “L’apertura degli occhi”, prima parte (RSND, vol. I)