Liturgia In Pillole
Liturgia In Pillole
February 16, 2025 at 09:52 AM
🤓CHIEDILO AL LITURGISTA ☝🏻 📌“Come posso fare per capire la messa? Vorrei seguire un corso o leggere qualcosa che mi spieghi la messa. Non sarebbe bene spiegare i vari passaggi della messa proprio durante la messa? La gente capirebbe”📌 ✒️“La migliore catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata.” Con queste parole, Benedetto XVI ci ricorda che la liturgia non è semplicemente qualcosa da spiegare, ma una realtà viva che ci forma e ci trasforma. Durante la celebrazione liturgica, non è opportuno introdurre spiegazioni sui segni e sui simboli: essi non sono concetti da analizzare, ma realtà da vivere e sperimentare. La liturgia parla attraverso il suo linguaggio simbolico, coinvolgendo il corpo, i sensi e la comunità in un’esperienza di fede. Interromperne il flusso con spiegazioni razionali rischia di ridurre il segno liturgico a un’idea da comprendere, anziché a una realtà da accogliere e abitare. Per questo, la catechesi liturgica deve avvenire prima o dopo la celebrazione, preparando e approfondendo il senso dei riti affinché i fedeli possano partecipare con maggiore consapevolezza e apertura al mistero. L’Eucaristia è il luogo in cui la Chiesa apprende se stessa non attraverso discorsi, ma nell’esperienza concreta del mistero celebrato. Una liturgia curata nella sua ars celebrandi, fedele alla tradizione e capace di favorire una partecipazione autentica, diventa essa stessa un atto formativo. Non è solo nei testi proclamati, ma nei gesti, nei silenzi, nella bellezza del rito e nella profondità della preghiera che i fedeli vengono introdotti al cuore del mistero eucaristico. La liturgia è un’esperienza immersiva: somiglia più all’imparare a nuotare in mare aperto che al raccogliere acqua in un secchiello. Non è un semplice trasferimento di conoscenze o un accumulo di nozioni, ma un coinvolgimento integrale della persona nel mistero di Dio. Come un bambino che, entrando in acqua, impara progressivamente a muoversi, a fidarsi della corrente e a scoprire la profondità del mare, così il credente è chiamato a lasciarsi guidare dai segni, dai gesti e dal linguaggio liturgico per entrare nella comunione con il mistero che esso dischiude. La liturgia non è un sapere da possedere, ma un cammino da percorrere. Non chiede di comprendere tutto immediatamente, ma di lasciarsi condurre dall’esperienza, crescendo progressivamente nella consapevolezza e nell’intimità con Dio. Questo approccio supera una comprensione puramente razionale: come nell’oceano, il fedele non si limita a osservare, ma partecipa, vive, si lascia avvolgere. La liturgia educa non trasmettendo quantità di informazioni, ma formando persone capaci di abitare il mistero, di ricercarlo e, infine, di lasciarsene trasformare. Non si tratta, dunque, di afferrare il mistero come se fosse un oggetto da analizzare, ma di entrarvi dentro, di lasciarsi portare dalla sua corrente. Ogni celebrazione è una lezione di nuoto spirituale: insegna a fidarsi dell’acqua, a trovare il proprio ritmo, a esplorare profondità inaspettate. La liturgia è esperienza, ricerca, cammino aperto verso l’infinito di Dio. Non ci chiede di essere spettatori razionali, ma partecipanti coinvolti. Per questo, la qualità della celebrazione è essenziale: non basta spiegare l’Eucaristia, occorre viverla in tutta la sua densità teologica, spirituale ed estetica. Non sono le molte parole a trasmettere il mistero, ma la bellezza del rito vissuto. Un’Eucaristia ben celebrata parla da sé, educa senza bisogno di spiegazioni, plasma interiormente senza ridursi a concetto. È nella celebrazione stessa che la fede si apprende, perché è lì che il dono si fa presenza, il segno diventa incontro e il mistero si lascia abitare. 📚 Giuseppe Costa
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