
Liturgia In Pillole
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🤓CHIEDILO AL LITURGISTA ☝🏻 📌“Come posso fare per capire la messa? Vorrei seguire un corso o leggere qualcosa che mi spieghi la messa. Non sarebbe bene spiegare i vari passaggi della messa proprio durante la messa? La gente capirebbe”📌 ✒️“La migliore catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata.” Con queste parole, Benedetto XVI ci ricorda che la liturgia non è semplicemente qualcosa da spiegare, ma una realtà viva che ci forma e ci trasforma. Durante la celebrazione liturgica, non è opportuno introdurre spiegazioni sui segni e sui simboli: essi non sono concetti da analizzare, ma realtà da vivere e sperimentare. La liturgia parla attraverso il suo linguaggio simbolico, coinvolgendo il corpo, i sensi e la comunità in un’esperienza di fede. Interromperne il flusso con spiegazioni razionali rischia di ridurre il segno liturgico a un’idea da comprendere, anziché a una realtà da accogliere e abitare. Per questo, la catechesi liturgica deve avvenire prima o dopo la celebrazione, preparando e approfondendo il senso dei riti affinché i fedeli possano partecipare con maggiore consapevolezza e apertura al mistero. L’Eucaristia è il luogo in cui la Chiesa apprende se stessa non attraverso discorsi, ma nell’esperienza concreta del mistero celebrato. Una liturgia curata nella sua ars celebrandi, fedele alla tradizione e capace di favorire una partecipazione autentica, diventa essa stessa un atto formativo. Non è solo nei testi proclamati, ma nei gesti, nei silenzi, nella bellezza del rito e nella profondità della preghiera che i fedeli vengono introdotti al cuore del mistero eucaristico. La liturgia è un’esperienza immersiva: somiglia più all’imparare a nuotare in mare aperto che al raccogliere acqua in un secchiello. Non è un semplice trasferimento di conoscenze o un accumulo di nozioni, ma un coinvolgimento integrale della persona nel mistero di Dio. Come un bambino che, entrando in acqua, impara progressivamente a muoversi, a fidarsi della corrente e a scoprire la profondità del mare, così il credente è chiamato a lasciarsi guidare dai segni, dai gesti e dal linguaggio liturgico per entrare nella comunione con il mistero che esso dischiude. La liturgia non è un sapere da possedere, ma un cammino da percorrere. Non chiede di comprendere tutto immediatamente, ma di lasciarsi condurre dall’esperienza, crescendo progressivamente nella consapevolezza e nell’intimità con Dio. Questo approccio supera una comprensione puramente razionale: come nell’oceano, il fedele non si limita a osservare, ma partecipa, vive, si lascia avvolgere. La liturgia educa non trasmettendo quantità di informazioni, ma formando persone capaci di abitare il mistero, di ricercarlo e, infine, di lasciarsene trasformare. Non si tratta, dunque, di afferrare il mistero come se fosse un oggetto da analizzare, ma di entrarvi dentro, di lasciarsi portare dalla sua corrente. Ogni celebrazione è una lezione di nuoto spirituale: insegna a fidarsi dell’acqua, a trovare il proprio ritmo, a esplorare profondità inaspettate. La liturgia è esperienza, ricerca, cammino aperto verso l’infinito di Dio. Non ci chiede di essere spettatori razionali, ma partecipanti coinvolti. Per questo, la qualità della celebrazione è essenziale: non basta spiegare l’Eucaristia, occorre viverla in tutta la sua densità teologica, spirituale ed estetica. Non sono le molte parole a trasmettere il mistero, ma la bellezza del rito vissuto. Un’Eucaristia ben celebrata parla da sé, educa senza bisogno di spiegazioni, plasma interiormente senza ridursi a concetto. È nella celebrazione stessa che la fede si apprende, perché è lì che il dono si fa presenza, il segno diventa incontro e il mistero si lascia abitare. 📚 Giuseppe Costa

Ci uniamo alle richieste dei nostri Vescovi di pregare per il Santo Padre Papa Francesco

https://www.instagram.com/reel/DGlx-XZsYr_/?igsh=MWU2bjdzNG13bDdiNQ== Un video un po' lunghetto per le Ceneri. Sperando lo possiate vedere (sempre se vi va) in questo formato perché inserire direttamente il video me lo taglia a 2.30. buona visione e buona Quaresima che sta arrivando

E ad integrazione della questione ministeriale, il nostro Giuseppe Costa con la sua rubrica 🤓CHIEDILO AL LITURGISTA ☝🏻 ✒️“…un laico, magari ministro istituito può imporre le ceneri? O è una prerogativa del ministro ordinato?”🖋️ 📚Fino all’XI secolo, l’imposizione delle ceneri nel primo giorno di Quaresima era riservata ai pubblici penitenti, ossia a coloro che, avendo commesso peccati gravi, intraprendevano un cammino di conversione per essere solennemente riconciliati con la Chiesa al termine di un periodo di severa e pubblica penitenza. Questo rito, che segnava l’inizio del percorso penitenziale, era presieduto dal vescovo, il quale, nel Giovedì Santo, riammetteva i penitenti nella piena comunione ecclesiale, permettendo loro di partecipare alla celebrazione eucaristica della Veglia pasquale. In questo senso, il cammino dei pubblici penitenti si intrecciava simbolicamente con quello dei catecumeni, entrambi chiamati a ritrovare o a ricevere per la prima volta la grazia battesimale (cf. M. RIGHETTI, Storia liturgica, II, 120-123). Con la progressiva scomparsa della penitenza pubblica, l’imposizione delle ceneri fu estesa a tutti i fedeli, divenendo un rito di carattere generale che segna l’ingresso nella Quaresima, tempo favorevole alla conversione di ogni battezzato. Tuttavia, a motivo della sua originaria connessione con il sacramento della penitenza, l’imposizione delle ceneri restò tradizionalmente affidata ai ministri ordinati, ossia ai vescovi e ai presbiteri, in quanto detentori della potestà di rimettere i peccati. Un parallelo, seppur non del tutto sovrapponibile, si può osservare nell’unzione degli infermi, il cui stretto legame con la remissione dei peccati comporta che solo il sacerdote possa amministrarla. Tuttavia, a differenza dell’unzione, l’imposizione delle ceneri non pone problemi di ordine sacramentale, trattandosi di un semplice sacramentale (cf. CCC 1667-1668). Questa distinzione ha portato a un’evoluzione nella prassi liturgica: mentre il Messale Romano non menziona esplicitamente la possibilità che il diacono imponga le ceneri, il Cerimoniale dei Vescovi lo prevede chiaramente (cf. nn. 257-258). Questa innovazione, passata forse inosservata a molti, suggerisce un possibile ripensamento della disciplina vigente, che attualmente riserva l’imposizione delle ceneri ai soli ministri ordinati. D’altra parte, l’evoluzione del ministero laicale nella Chiesa mostra come alcune funzioni liturgiche un tempo prerogativa del clero siano state affidate anche a ministri istituiti o di fatto: ad esempio, i laici possono oggi distribuire l’Eucaristia, e i catechisti autorizzati dal vescovo possono imporre le mani sui catecumeni nel contesto di esorcismi minori (cf. RICA 109). In questa prospettiva, non sarebbe teologicamente inammissibile una futura estensione del rito delle ceneri anche a ministri laici debitamente istituiti. Giuseppe Costa #chiediloalliturgista #mercoledidelleceneri #liturgia #cenere

"Sono passati 40 giorni dalla gioiosa celebrazione dei Natale". Domenica è il 2 Febbraio. Secondo le precedenze liturgiche ricordo che la Festa del Signore PREVALE SULLA DOMENICA, quindi in tutte le Celebrazioni Eucaristiche (la vespertina di sabato e quelle domenicali) e la Liturgia delle Ore si devono usare i testi del 2 Febbraio. Ricordo ancora che IN TUTTE LE CELEBRAZIONI EUCARISTICHE vanno benedette le Candele, considerando la "seconda forma" di celebrazione presentata dal Messale Romano. Nella Celebrazione con maggior concorso di popolo si può fare proprio la processione da un'altra Chiesa succursale (secondo la prima forma). Approfittiamo di questa possibilità per vivere con il Popolo di Dio una celebrazione che giustamente non si vive sempre nella ferialità. E non mi fare ripostare la storia dell'anno scorso, quindi ripetete dopo di me: LE CANDELE SERVONO PER LA PROCESSIONE E NON SONO AMULETI! #Giubileo #annoliturgico #liturgia #formazionecontinua #preghiera #candelora