Catechisti Diocesi Di Como
Catechisti Diocesi Di Como
June 3, 2025 at 03:02 PM
8 giugno 2025 SOLENNITA’ DI PENTECOSTE Loretta e Riccardo Speziale Questo brano di Vangelo offre diversi spunti per riflettere sulla vita familiare e di coppia. La Pentecoste ci ricorda che lo Spirito è in noi e, tramite Lui, anche il Padre e il Figlio sono in noi: non siamo soli nell’avventura del matrimonio. Con lo Spirito Santo, il matrimonio diventa un’alleanza, un sacramento, un cammino di santità, il cui fine ultimo è arrivare insieme alla gloria della vita eterna. È il dono più prezioso effuso sulla nostra relazione, sulla nostra coppia, immagine vivente della Santissima Trinità. Gesù promette ai suoi discepoli l’invio del Paràclito, lo Spirito Santo, che insegnerà e ricorderà tutto ciò che Egli ha detto. Una promessa che ci invita a riconoscere la Sua presenza nelle nostre relazioni. “Paràclito” significa “consolatore” o “avvocato”. Nella vita familiare, lo Spirito Santo può essere visto allora come colui che guida, consola e sostiene nei momenti di difficoltà. Gesù dice: “Lo Spirito vi ricorderà…”. Quanto è importante la memoria! A volte la nostra è una memoria ferita: abbiamo ricordi dolorosi che ci fanno soffrire e condizionano il nostro agire. Lo Spirito allora trasforma la nostra memoria e la conduce al “Memoriale” dell’Eucaristia, cioè al ricordo vivo dell’amore di Gesù per noi. Gesù sottolinea l’importanza dell’amore come fondamento dell’osservanza dei suoi comandamenti. L’amore non è fatto di sole parole, ma è qualcosa di concreto che cambia la vita. Non è solo un sentimento, ma coinvolge la volontà. In coppia e in famiglia si traduce nell’impegno reciproco a valorizzare la presenza di Dio anche nelle piccole cose, nei gesti quotidiani di attenzione, rispetto e cura. La Pentecoste ci invita a rinnovare la nostra apertura allo Spirito Santo, riconoscendo la Sua azione nelle nostre vite e relazioni. In famiglia e nella coppia, questo significa lasciarsi guidare nella quotidianità, primo passo per vivere una vita familiare piena e gioiosa. Le parole che Gesù rivolge ai discepoli sono, allo stesso tempo, dolci e determinate e contengono la promessa della presenza dello Spirito Santo, che rimarrà per sempre. È Dio stesso che prende dimora nel cuore di chi ama: una Presenza viva che guida, consola, educa all’amore reciproco, e che aiuta a superare crisi, fatiche, incomprensioni. Lo Spirito ci ricorda le parole di Gesù, soprattutto quando ci sentiamo stanchi o scoraggiati. Nella vita coniugale e familiare, questa “memoria” dello Spirito ci orienta: ci riporta all’essenziale, ci educa alla tenerezza, alla pazienza, al servizio. Amarsi davvero è già un modo di evangelizzare. Ogni coppia, ogni famiglia, nel proprio cammino vive momenti di bellezza e gioia, ma anche momenti di buio. L’invocazione alla luce dello Spirito diventa allora richiesta di chiarezza nelle incomprensioni, di verità quando i cuori si fanno opachi o duri. Diventa orientamento quando si è smarrita la direzione. Lo Spirito è invocato come “Padre dei poveri” proprio perché sa entrare nelle nostre povertà, senza giudicare, trasformandole. È quel respiro buono che entra tra due persone e scioglie le rigidità, porta sollievo nei silenzi pesanti, insegna a perdonarsi senza la pretesa di avere sempre ragione. Certo, anche la relazione di coppia vive le sue stagioni, e ci sono momenti in cui è necessario impegnarsi per mantenere vivo l’amore, quando ci si sente stanchi, soli o incompresi. Lo Spirito è chiamato ad essere un “rifugio a due”, un luogo interiore dove la coppia può ritrovarsi, riposare, ricominciare. Ci indica la strada per “lavare le parole dure”, riattivare la comunicazione spenta, versare balsamo sulle ferite, rendere di nuovo tenero ciò che si era indurito. Ci aiuta a riallinearci, a riprendere la rotta, come un vento che riorienta le vele della nostra relazione dopo una tempesta o una bonaccia. Invocare lo Spirito ci trasforma. Non è solo un gesto di fede, ma un atto d’amore: significa riconoscere che l’altro non è qualcosa da possedere, ma un mistero da amare con l’aiuto di una Presenza più grande. È una presenza che ci chiama anche al silenzio davanti al mistero. Non fare, non dire: semplicemente essere presenti, come coppia o famiglia, davanti a Dio che abita in mezzo a noi. Un gesto semplice: una preghiera a due, uno sguardo grato, un “grazie” detto con il cuore. La Sequenza allo Spirito Santo diventa una preghiera che risuona nella vita domestica, una forza invisibile che sostiene il perdono, la pazienza, la compassione, la pace nelle differenze. Diventa fonte di comunione, forza e guarigione: esattamente ciò di cui ogni relazione profonda ha bisogno per durare e crescere. Ogni coppia, ogni famiglia, ha bisogno di una “personale Pentecoste”: un momento in cui aprirsi nuovamente alla grazia, lasciarsi toccare, rinnovare. Lo Spirito è il respiro di Dio che rimette in moto il cuore.
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