Parola che guarisce 📖 *Mercoledi, VII settimana di Pasqua* Atti degli Apostoli 20,28-38 _Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio._ Gli “anziani” del tempo di Paolo, sono i presbiteri di oggi posti come custodi e pastori di una porzione di popolo di Dio. A questi, è chiesta la vigilanza su stessi e su quanti sono di Cristo. La cronaca ci ha mostrato come spesso sia accaduto il contrario: ai presbiteri, cioè ai sacerdoti, è occorsa la sorveglianza del gregge. Ma questa “veglia” - sia pure vicendevole - oggi può esserci in nome di una fraternità e di una familiarità maggiore all’interno della Chiesa. Si può vegliare gli uni sugli altri in nome della bontà che si vuole ai fratelli. C’è da chiedersi quante denunce siano state più mosse da manovre ideologiche, politiche e di potere che da fraternità e amore vicendevole. Restano sempre ponti da costruire tra la Chiesa come istituzione e determinati gruppi che si sentono ai margini. Ma ogni ponte va sempre costruito tenendo in considerazione la “fraternità dei fragili” a cui tutti apparteniamo. Tale fraternità non copre gli errori, li vede, li allontana se è il caso, ed edifica i deboli qual siamo tutti e l’intero corpo di Cristo. Papa Leone, in una recente ordinazione sacerdotale, diceva così ai candidati: _Insieme ricostruiremo la credibilità di una Chiesa ferita, inviata a un'umanità ferita. Non siamo ancora perfetti, ma è necessario essere credibili_. Amen. Sia questa la speranza. Mille benedizioni! P. Alfredo, m.i.