Come sapeva da giorni chiunque (tranne Tajani), questa mattina Israele ha lanciato un pesante bombardamento su territorio iraniano. Al contrario di quanto non sia stato dichiarato, l'attacco non ha colpito soltanto siti nucleari e obiettivi militari, ma anche palazzi istituzionali e aree residenziali. Ora la palla è nel campo iraniano: spetta a Teheran decidere che tipo di risposta metter in campo. La vera patata bollente, però, se la ritrova in mano Donald Trump. Se infatti è scontato che gli USA contribuiranno a intercettare i droni e i missili balistici che nei prossimi giorni pioveranno su Israele, al momento è tutt'altro che ovvia la loro partecipazione a una guerra totale fra lo Stato ebraico e la Repubblica islamica. Se Trump riuscirà a non farsi coinvolgere in un conflitto su scala regionale in Medio Oriente, ci sono buone probabilità di successo per il progetto geopolitico che la nuova amministrazione ha in serbo per gli Stati Uniti. Se, viceversa, cederà alle pressioni di Netanyahu e di una parte degli ambienti del Partito Repubblicano, lasciandosi trascinare in uno scontro dagli esiti imprevedibili... Il declino americano subirà una brusca accelerazione. PRO ITALIA 🇮🇹