
#musicadaleggere
May 23, 2025 at 08:31 AM
Nel corso del Novecento, Milano non fu soltanto capitale economica e polo industriale d’Italia: essa divenne anche un fervido crocevia musicale, un laboratorio estetico e culturale nel quale si intrecciarono esperienze sonore d’avanguardia, fermenti sperimentali, e nuove forme di mecenatismo intellettuale. Tra le sale del Conservatorio “Giuseppe Verdi”, gli spazi di avanguardia come la Palazzina Liberty, i teatri storici e le istituzioni culturali, si sviluppò una rete dinamica in cui si coltivavano il nuovo e l’inedito. In questo humus creativo emerse una figura nodale: Luciana Pestalozza, raffinata mediatrice culturale, instancabile promotrice della musica contemporanea, fondatrice dell’associazione "Musica nel nostro tempo", anima della vivace scena milanese del secondo Novecento.
"Milano, laboratorio musicale del Novecento. Scritti per Luciana Pestalozza" è un'opera corale a cura di Oreste Bossini che si distingue per la sua elegante sobrietà e la sua preziosa densità di contenuti. Il volume non è soltanto un omaggio alla figura di Luciana Pestalozza – che emerge come custode e demiurga di un'intera epoca musicale – ma costituisce anche un articolato affresco del paesaggio sonoro milanese nel secolo breve. Attraverso una raccolta di saggi firmati da musicologi, compositori, critici e testimoni diretti, l’opera indaga la natura di Milano come "laboratorio", luogo di sperimentazione sonora e innovazione artistica, dove la musica d’avanguardia trovò terreno fertile per il dialogo e il confronto. Emergono, con finezza analitica, figure cardinali come Luciano Berio, Luigi Nono, Giacomo Manzoni, Sylvano Bussotti e altri protagonisti che seppero intrecciare la dimensione estetica con quella etica e politica del fare musica.
Il pregio del volume risiede nel rigore critico dei contributi, che riescono a evitare il tono celebrativo per abbracciare invece un'indagine storica e culturale di grande spessore. L'itinerario che vi si dipana è al contempo intellettuale e affettivo, e restituisce al lettore non solo l’immagine di una città-musa, ma anche quella di una donna – Luciana Pestalozza – che seppe tessere reti, ispirare ricerche, accogliere il dissenso estetico come forma di vitalità artistica.
Lo stile è misurato e attento, capace di valorizzare la polifonia delle voci che compongono il testo. Il libro coniuga filologia e passione, ricostruzione storica e slancio visionario. La scelta di intrecciare documenti, riflessioni e testimonianze rende l’opera un imprescindibile punto di riferimento per chi desideri comprendere non solo la storia della musica contemporanea a Milano, ma anche i meccanismi sottili che ne hanno determinato la fioritura. Un’opera che illumina, con sguardo colto e partecipe, la geografia sonora e culturale di una stagione irripetibile. È un tributo alla lungimiranza di chi seppe, con discrezione e fermezza, fare della musica un’arte del presente e del possibile.
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