#musicadaleggere
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June 10, 2025 at 09:45 AM
Nel panorama dell’elettronica contemporanea, "Interstellar Radio" di Marek De Vann si staglia come un’opera di pregio, un affondo auditivo che coniuga rigore concettuale e vertigine emotiva in un equilibrio precario quanto ipnotico. La copertina, evocativa e densamente simbolica, offre una metafora visiva della poetica sonora del disco: un circuito cibernetico che mima la spirale di un vinile o forse una mappa stellare incisa su una piastra aliena. Il titolo del CD non è semplice suggestione fantascientifica, ma un manifesto di intenti. De Vann modella frequenze e armonici come fossero segnali di civiltà remote. Il sound si sviluppa in stratificazioni lente e circolari, dove il glitch digitale si fonde con pulsazioni ambient, creando un continuum sonoro che oscilla tra la rarefazione del silenzio e l’opulenza sintetica. Ogni traccia sembra corrispondere a un segmento della mappa incisa in copertina: il percorso è labirintico, non lineare, e invita più all’immersione che all’ascolto superficiale. Come un viaggio intergalattico trasmesso su onde a bassa frequenza, l’album è pervaso da un senso di solitudine siderale, ma anche da un’inquieta meraviglia. Le melodie, spesso ellittiche, si rivelano lentamente, come segnali captati dopo anni luce di silenzio. De Vann dimostra una straordinaria capacità di creare una drammaturgia del tempo e dello spazio, trasformando l’ascoltatore in un esploratore interstellare sospeso tra coordinate sonore ignote.
👍 3

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