Solo Gesù salva
Solo Gesù salva
May 28, 2025 at 09:03 AM
*La svolta* Il brano degli Atti degli Apostoli che meditiamo oggi ci presenta un momento cruciale nella storia della Chiesa primitiva: il vangelo, inizialmente annunciato solo ai Giudei, comincia a raggiungere anche i Greci, i pagani. Questo passaggio non è solo un dettaglio storico, ma una svolta teologica e missionaria che ci interpella ancora oggi. I primi credenti, dispersi a causa della persecuzione scoppiata dopo il martirio di Stefano, inizialmente annunciano la Parola solo ai Giudei (v. 19). Ma alcuni di loro, provenienti da Cipro e Cirene, osano fare qualcosa di radicale: parlano anche ai Greci (v. 20). Non sappiamo i loro nomi, ma la loro audacia cambia la storia della Chiesa. Questi credenti non agiscono per ribellione o disprezzo delle tradizioni, ma perché spinti dallo Spirito Santo a riconoscere che il vangelo è per tutti. La loro azione ci ricorda che Dio spesso opera attraverso persone umili e sconosciute, che hanno il coraggio di rompere schemi consolidati per seguire la Sua chiamata. Il successo della missione non dipende dall’abilità umana, ma dalla presenza di Dio. Il testo sottolinea: *"La mano del Signore era con loro"*. Quando la Chiesa obbedisce alla missione di annunciare Cristo a tutti, Dio agisce con potenza. La conversione di molti Greci ad Antiochia non è frutto di strategie umane, ma dell’opera dello Spirito. Anche oggi, la Chiesa è chiamata a confidare non nelle proprie forze, ma nella potenza di Dio. Dovunque il vangelo è predicato con fedeltà, lo Spirito Santo opera nei cuori. Quando la notizia giunge a Gerusalemme, la Chiesa manda Barnaba, un uomo descritto come *"buono, pieno di Spirito Santo e di fede"* (v. 24). Barnaba non arriva con sospetto o gelosia, ma si rallegra nel vedere la grazia di Dio all’opera e incoraggia i nuovi credenti a perseverare. Barnaba rappresenta la figura del pastore che sa discernere l’opera di Dio anche quando assume forme nuove. Invece di imporre modelli preconfezionati, egli sostiene ciò che lo Spirito sta facendo. Poi, con grande saggezza, cerca Saulo (il futuro Paolo) per coinvolgerlo nell’opera (v. 25-26). Questo ci insegna l’importanza della collaborazione e del mentoring nella vita della Chiesa. È significativo che proprio in un contesto multiculturale come Antiochia, dove Giudei e Greci diventano un solo popolo in Cristo, i discepoli ricevano per la prima volta il nome di *"cristiani"*. Non è un termine scelto da loro, ma dato dall’esterno, forse con intento derisorio. Eppure, diventa un’identità gloriosa: seguaci di Cristo. Questo ci ricorda che la nostra identità non è definita dalla razza, dalla cultura o dalle tradizioni, ma da Cristo stesso. Essere *"cristiani"* significa appartenere a Lui e testimoniarlo in ogni contesto. La storia di Antiochia ci sfida a riflettere: quali confini siamo chiamati a oltrepassare oggi? Forse barriere culturali, pregiudizi, o semplicemente la nostra zona di comfort. Come quei credenti di Cipro e Cirene, siamo invitati a portare il vangelo con audacia, fidandoci che la mano del Signore è con noi. E come Barnaba, siamo chiamati a riconoscere e incoraggiare l’opera di Dio, anche quando assume forme inaspettate. Infine, che il nostro unico vanto sia quello di essere veramente *"cristiani"*—discepoli di Gesù, annunciatori della Sua grazia per tutti. _Meditazione di Atti 11:19-26_
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