
Solo Gesù salva
June 11, 2025 at 06:54 AM
*Accoglienza o opposizione*
_"Era necessario che a voi per primi si annunziasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete... ecco, ci rivolgiamo agli stranieri." (Atti 13:46)_
Questo passaggio degli Atti degli Apostoli ci presenta un momento cruciale nell’opera missionaria di Paolo e Barnaba. Ciò che colpisce è il duplice effetto della predicazione del Vangelo: da un lato, genera gioia e accoglienza; dall’altro, suscita opposizione e rifiuto. Questo dinamismo ci interroga ancora oggi sulla natura della Parola di Dio e sulla nostra risposta ad essa.
Il sabato successivo alla prima predicazione nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, quasi tutta la città si raduna per ascoltare Paolo. L’interesse è enorme, segno che il messaggio del Vangelo ha un potere irresistibile. Tuttavia, questo successo provoca l’invidia e l’ostilità dei Giudei, che iniziano a contraddire e bestemmiare.
Qui vediamo un principio spirituale fondamentale: la Parola di Dio non lascia indifferenti. Essa divide, non perché sia divisiva in sé, ma perché rivela i cuori. Come scrive l’apostolo Paolo in 2 Corinzi 2:16, il Vangelo è *"odore di morte per i perduti, ma di vita per i salvati"*. Chi rifiuta Cristo lo fa perché, in fondo, non si ritiene *"degno della vita eterna"* (v. 46).
Di fronte al rifiuto dei Giudei, Paolo e Barnaba dichiarano con franchezza che si rivolgeranno ai Gentili. Questo non è un ripiego, ma l’adempimento di un disegno divino già annunciato nell’Antico Testamento (Isaia 49:6). La salvezza è per tutti, e se alcuni la rifiutano, Dio susciterà credenti altrove.
È significativo che proprio gli stranieri, spesso disprezzati dal popolo eletto, accolgono con gioia il messaggio e glorificano Dio. Questo ci ricorda che il Regno di Dio non è legato a privilegi etnici o religiosi, ma alla fede in Cristo. *"Tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero"* (v. 48): la salvezza è opera della grazia sovrana di Dio, che apre i cuori alla fede.
L’opposizione si fa violenta: i Giudei sobillano le autorità e scatenano una persecuzione che costringe Paolo e Barnaba a lasciare la città. Eppure, i discepoli rimangono *"pieni di gioia e di Spirito Santo"* (v. 52). Come è possibile?
Perché comprendono che la sofferenza per il Vangelo non è una sconfitta, ma una partecipazione alle tribolazioni di Cristo (Filippesi 1:29). Scuotere la polvere dai piedi (v. 51) è un gesto simbolico che indica la responsabilità di chi rifiuta la verità, ma anche la libertà dei missionari di proseguire senza rimpianti.
Questo brano ci chiede: come accogliamo noi la Parola di Dio? Con indifferenza, con opposizione, o con fede e gioia?
Se il Vangelo ci turba, forse è perché ci chiama a un cambiamento radicale. Se invece lo accogliamo, sperimentiamo quella gioia nello Spirito che nemmeno le persecuzioni possono spegnere.
Paolo e Barnaba non si fermano: vanno a Iconio, perché il Vangelo deve raggiungere *"l'estremità della terra"*. E oggi, anche attraverso di noi, quella Parola continua a risuonare.
_Meditazione di Atti 13:44-52_