
Pro Vita & Famiglia
June 18, 2025 at 10:51 AM
“_Libera_” (nome di fantasia) è una donna di 55 anni, vive in Toscana ed è paralizzata a causa della sclerosi multipla.
Ha chiesto di accedere al *suicidio assistito* dopo l'approvazione della Legge regionale Toscana dello scorso febbraio che ha acconsentito a questa pratica ma *non può assumere da sola il farmaco letale. Il suo medico ha chiesto di somministrarglielo lui.*
Il Tribunale di Firenze ha quindi sollevato la questione di legittimità costituzionale poiché si tratterebbe di un *atto di eutanasia diretta vietato dal nostro ordinamento.* L’8 luglio, la Corte Costituzionale deciderà se acconsentire o meno e ci auguriamo che non entri per l’ennesima volta a gamba tesa scavalcando i poteri legislativi del Parlamento e si esprima a difesa della vita, anziché legittimare pratiche mortifere che ledono la dignità umana.
Il caso di Libera è l’esempio lampante di come *aprire al suicidio assistito porti inevitabilmente a derive sempre più drastiche*: dare a un medico la possibilità di somministrare un farmaco per uccidere significa trasformarlo in un sicario, fargli tradire la propria missione: curare, non uccidere.
Legalizzare il suicidio assistito non sarà mai un atto neutro: impatta su tutta la società, mina il valore della vita, istituzionalizza la *morte di Stato per persone malate, fragili, sole, emarginate.* Non credere agli slogan dei radicali su libertà e autodeterminazione: *saranno gli altri a decidere chi deve vivere e chi deve morire.*
📣 Difendiamo la vita, la dignità, la vera umanità. Anche nella fragilità. Sempre.

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