Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
June 9, 2025 at 03:50 PM
©️Ho già parlato di recente delle difficoltà concettuali che le grandi aziende dell’Ai incontrano quando si parla di diritto di autore per i contenuti con cui vengono addestrati i loro algoritmi. 📰A rincarare la dose ora arriva un ex big di Meta: come riporta il Times di Londra (https://www.thetimes.com/article/9481a71b-9f25-4e2d-a936-056233b0df3d), Nick Clegg ha insistito durante un festival artistico (https://futurism.com/nick-clegg-scoffs-ai-copyright) sul fatto che è "implausibile" chiedere alle aziende tecnologiche di chiedere il consenso dei creatori prima di utilizzare il loro lavoro per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale. 🤔 In effetti Meta non è propriamente la capofila della battaglia a favore degli autori, dall’uso senza remore dei libri (https://futurism.com/meta-copyrighted-books-no-value) fino alla recente “Bob Dylan Defense” (https://www.youtube.com/watch?v=lSsEYfgmNl4&list=PLOWOzmlet9VtHtIdQ3QijfqrKqzSskyk3&index=3) ma, sempre citando il post precedente (https://t.me/gianluigizarantonello/500), anche Open Ai e Google non la pensano molto diversamente. 💡C’è chi allora, tra gli editori, sta andando a fare azioni proattive invece che subire: è il caso del New York Times e del suo clamoroso accordo con Amazon (https://www.nytimes.com/2025/05/29/business/media/new-york-times-amazon-ai-licensing.html), che arriva con la causa della stessa testata nei confronti di Open Ai ancora in corso. Una mossa che molti hanno letto (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=jyrm7iTBQMk, e sono d’accordo) come modo di settare il “prezzo del consenso”, ossia la base economica minima da corrispondere per questi casi (che nel caso della causa poi deve essere maggiorata dei danni) per l’utilizzo dei contenuti. 🔍La via dell’accordo e dello sviluppo di strategie cooperative d’altra parte sembra essere forse l’unica davvero possibile rispetto alla battaglia senza quartiere: perfino Getty Images, che fin dai primi giorni della Ai generativa si è battuta per non avere contenuti “sintetici” sui suoi portali (https://arstechnica.com/information-technology/2022/09/fearing-copyright-issues-getty-images-bans-ai-generated-artwork/) e per promuovere un uso responsabile di queste tecnologie (https://arstechnica.com/tech-policy/2023/10/getty-images-built-a-socially-responsible-ai-tool-that-rewards-artists/) ha dichiarato, per bocca del suo CEO, che è “semplicemente troppo costoso combattere ogni singola battaglia in questo campo (https://arstechnica.com/tech-policy/2025/05/extraordinarily-expensive-costs-force-getty-to-pick-its-ai-legal-battles/) ”. ⚠️Ma, come sempre quando si parla di AI generativa, siamo veramente all’inizio del cambiamento, un po’ come agli albori della musica sul web e altri simili contesti. Servirà però una strategia che coinvolga tutti gli attori principali e i diversi organismi regolatori o l’impatto geopolitico potrebbe essere molto rilevante: se alcune nazioni dovessero liberalizzare questo tema e altre mantenere delle restrizioni, questo sposterebbe decisamente la mappa di dove fare sviluppo delle ai e le logiche con i prodotti potrebbero o meno essere usati e commercializzati.

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