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Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro

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Tecnologia e business transformation, ma con le persone al centro. Due parole su di me: https://www.gianluigizarantonello.it

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Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
5/28/2025, 4:16:30 PM

Secondo Gartner (https://www.gartner.com/en/articles/scaling-ai), le aziende devono scegliere tra due approcci per adottare l’IA: AI-steady, per un’adozione graduale, e AI-accelerated, per un’integrazione rapida e ambiziosa. Nonostante l’innovazione continua, molti CIO segnalano che l’IA non ha ancora prodotto ritorni sull’investimento attesi (https://t.me/gianluigizarantonello/447). Il successo, infatti, richiede una strategia chiara (https://t.me/gianluigizarantonello/507), che includa la selezione dei casi d’uso, la governance responsabile (https://internetmanagerblog.com/2024/03/27/chi-e-come-gestisce-la-tecnologia-in-azienda-edizione-2024/) e l’alfabetizzazione digitale (https://internetmanagerblog.com/2025/01/09/2025-un-anno-di-responsabilita-digitale-riflessioni-su-competenze-ed-educazione-tecnologica/). È fondamentale distinguere tra la corsa tecnologica dei fornitori (https://internetmanagerblog.com/2024/01/30/altro-che-vuca/) e quella per ottenere risultati concreti. Il 74% dei CEO ritiene che l’IA avrà un impatto significativo sul proprio settore nel 2024. Scalare l’IA richiede però equilibrio tra ambizione e realismo operativo (https://internetmanagerblog.com/2025/03/27/siamo-nellera-delle-semplificazione-in-tutti-i-sensi-ai-nuove-tecnologie-adozione-e-strategia/).

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
5/26/2025, 3:00:01 PM

🚀Veniamo da un'altra settimana a dir poco spumeggiante sul mondo dell'intelligenza artificiale e dell'innovazione. 📰 Si sono susseguiti in rapida successione, e credo mai per caso, una serie di annunci molto importanti, dal Google I/O (https://techcrunch.com/2025/05/20/google-i-o-2025-everything-announced-at-this-years-developer-conference/) alla notizia dell'acquisizione della startup di Jonathan Ive da parte di Open Ai (https://www.ilsole24ore.com/art/openai-ingaggia-jony-ive-guru-apple-disegnera-dispositivi-l-ia-AHYnuds) finendo poi anche con altre novità importanti dei competitor come il modello Claude 4 di Anthropic (https://www.anthropic.com/news/claude-4). 🔎Tralasciando per un attimo Claude (che comunque è notevole come potete sentire qui https://youtu.be/yPb0xtbiIvg?si=n7JmO0qeFxM5nJsV) mi soffermo sugli altri due per tornare al mio concetto, ormai detto fino alla noia, che la AI funziona all'interno di ecosistemi e non come oggetto a se stante. 1️⃣Google, in continuità con le precedenti conferenze (https://t.me/gianluigizarantonello/417) ma in realtà anche con un trend più di lungo periodo che poi aveva un po' perso (https://internetmanagerblog.com/2018/10/16/google-cloud-next-london-2018-impressioni-dal-grande-evento-di-londra/), è tornata sul fatto che l'intelligenza artificiale è un pillar di un ecosistema di strumenti e loro sono posizionati in maniera molto buona per poter raggiungere un gran numero di persone attraverso l'integrazione di intelligenza artificiale in tutti i loro strumenti (antitrust permettendo, https://www.corriere.it/tecnologia/25_aprile_22/google-il-processo-antitrust-e-il-rischio-di-spezzatino-e-perche-trump-non-difende-le-big-tech-30cc8361-160e-46a7-96f1-684abf3c0xlk.shtml). P.s. l’abbonamento di Google Ultra (https://blog.google/products/google-one/google-ai-ultra/) si posiziona allo stesso prezzo di quello top di Open Ai, a riprova che non potrà essere tutto gratis per sempre. 2️⃣Open Ai da parte sua sta spingendo molto per compensare proprio questa sua mancanza di ecosistema, un punto di debolezza a fronte del fatto di essere stata finora il leader software di questa rivoluzione. In questo senso il fatto di unirsi a una società di design di prodotti fisici spiega molto bene l'ambizione di portare la propria tecnologia anche su degli hardware che poi diventino un tutt'uno con essa. Non è andata bene a tanti (Rabbit.io, Humane Pin) ma lì si partiva dall’hardware, vedremo. Simile anche la loro mossa di creare un proprio social network (https://www.theverge.com/openai/648130/openai-social-network-x-competitor), anche se questa prima ancora che in ottica di ecosistema è da vedere come modalità di avere sempre più dati freschi per il proprio addestramento e competere con la stessa azione fatta da Elon Musk con Grok e X. 💡Se dunque l'intelligenza artificiale intesa come strumento stand alone per certi versi rischia di entrare in una fase di disillusione (https://www.economist.com/business/2025/05/21/welcome-to-the-ai-trough-of-disillusionment), io penso che dall'altra invece si stia andando verso la corretta visione di avere una tecnologia general purpose (https://whatsapp.com/channel/0029VayGaIrC6Zvr4CkOLs3Z/150) che, come l'elettricità o altre innovazioni del genere, fornisce l'infrastruttura dorsale per evolvere tutto il nostro modo di lavorare (tanto che Eric Schmidt dice la Ai è addirittura sottovalutata, https://youtu.be/id4YRO7G0wE?si=iNqirwWI34edBGAG). ⚠️Tutto questo non è privo di rischi e di possibili distorsioni, cosa di fatto non nuova (si pensi alla condizione della classe operaia all'inizio della rivoluzione industriale), e quindi è molto importante che tutti noi abbiamo una cognizione di cosa stiamo facendo con gli strumenti che abbiamo in mano e come indirizzarli nel modo migliore senza subire in maniera passiva e inconsapevole. Andiamo sempre di più verso un'intelligenza artificiale invisibile, che non è un concetto così banale come giustamente diceva Matteo Flora qui https://youtu.be/Cxtf9t5fDu0?si=qVpAyPAodhxT5RN4.

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
6/18/2025, 5:08:39 PM

⚙️Nel tempo ho allargato la mia sfera di azione oltre il campo della Marketing Technology, ma seguo sempre con grande interesse il settore, soprattutto perché penso che sia uno dei casi più maturi di un trend che riguarda qualsiasi altro ambito, ossia la contaminazione professionale tra tecnologia e uno specifico dominio di competenza aziendale. 🔍Non potevo non parlare più dettagliatamente sul mio blog del Martech Day 2025 di Scott Brinker e Frans Riemersma, anche se con grande ritardo rispetto al solito visto che è stato il 5 maggio scorso ed ero riuscito a dedicare solo un breve post ai numeri principali. 📉Nonostante le 15.384 soluzioni, in aumento del 9% sull’anno prima, c'è un tasso di abbandono (churn) del 8,6% dei prodotti presenti l'anno precedente (1.211 prodotti). La maggior parte di questi esce semplicemente cessando le operazioni (84%), e non come acquisizione da parte di gruppi più grossi e molte soluzioni sono antecedenti al boom dell’AI (“pre-ChatGPT”, nati prima di novembre 2022), a testimonianza di un "rinnovamento" piuttosto che di una semplice "consolidamento". 💡Nell’evento Martech Day 2025 è stato diffuso anche il nuovo State of Martech 2025, dove una novità è il concetto di "Hypertail" da vedere come un'espansione che va oltre il tradizionale panorama commerciale della Long Tail, perché non si limita al software venduto sul mercato, ma include il software personalizzato (custom-built software). 🤖L’intelligenza artificiale ci ha spinto ulteriormente lungo la curva dell’accesso alla tecnologia rendendo possibile a qualsiasi persona comune di creare un “programma software” facendo una serie di richieste di linguaggio naturale a un agente di intelligenza artificiale (vibe coding). In effetti, è chiaro che sempre più di questi programmi saranno creati in modo ambientale/automatico in background senza che un utente riconosca anche esplicitamente che un atto di creazione ha avuto luogo per loro conto. 🚀Gli agenti AI e le altre potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa rendono lo stack martech complesso, il che non è necessariamente una cosa negativa, visto che può renderlo più adattabile, potente e scalabile, consentendogli di evolvere più organicamente. ⚠️Tuttavia, richiede che le operazioni di marketing (descritte come "Big Ops" in quest'era) e le architetture informatiche si evolvano oltre la costruzione e il mantenimento di processi rigidi e lineari. Come sempre quindi si torna all’organizzazione! 🔗Trovate il post completo qui: https://internetmanagerblog.com/2025/06/11/martech-day-2025-ai-marketing-technology-e-tante-conferme-sullorganizzazione/

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
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6/3/2025, 4:11:42 PM

🤖Mi è già capitato varie volte di dire che l’intelligenza artificiale pone nuove sfide ai professionisti della tecnologia (https://www.whatsapp.com/channel/0029VayGaIrC6Zvr4CkOLs3Z/136) ma allo stesso tempo offre una grande opportunità per essere centrali nell'organizzazione. 🔍In questo interessante post di Forrester Research https://www.forrester.com/blogs/the-sleeping-giant-awakens-defining-its-role-in-a-seismic-shift/ viene sottolineato, appunto, il ruolo in evoluzione dell'IT, dalla semplice fornitura di servizi alla progettazione e ottimizzazione dei "cicli di apprendimento" aziendali. 💡Il tema del capitale semantico (cfr. https://whatsapp.com/channel/0029VayGaIrC6Zvr4CkOLs3Z/150) dovrebbe infatti essere al centro di tutte le organizzazioni e nel contributo linkato sopra viene affrontata l'importanza strategica del controllo del grafo della conoscenza da parte di IT, poichè i fornitori esterni competono per diventare loro invece la fonte autorevole della verità. ⚙️📚L’AI rende finalmente possibile un approccio improntato al miglioramento continuo e basato sull'intelligenza nelle operazioni aziendali e l'articolo evidenzia l'emergere di un "sistema operativo dell'architettura", dove gli agenti AI interpretano dati in tempo reale da un grafo dell'azienda continuamente aggiornato per governare il cambiamento e colmare il divario tra l'intento architetturale e la realtà operativa. 🚀Chiaramente, i professionisti della tecnologia per avere successo devono essere pronti (https://whatsapp.com/channel/0029VayGaIrC6Zvr4CkOLs3Z/138) ad abbracciare questo nuovo paradigma, concentrandosi su di una governance intelligente (https://internetmanagerblog.com/2024/03/27/chi-e-come-gestisce-la-tecnologia-in-azienda-edizione-2024/) e collaborativa, con una solida conoscenza delle connessioni organizzative (https://whatsapp.com/channel/0029VayGaIrC6Zvr4CkOLs3Z/149).

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
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6/9/2025, 3:50:16 PM

©️Ho già parlato di recente delle difficoltà concettuali che le grandi aziende dell’Ai incontrano quando si parla di diritto di autore per i contenuti con cui vengono addestrati i loro algoritmi. 📰A rincarare la dose ora arriva un ex big di Meta: come riporta il Times di Londra (https://www.thetimes.com/article/9481a71b-9f25-4e2d-a936-056233b0df3d), Nick Clegg ha insistito durante un festival artistico (https://futurism.com/nick-clegg-scoffs-ai-copyright) sul fatto che è "implausibile" chiedere alle aziende tecnologiche di chiedere il consenso dei creatori prima di utilizzare il loro lavoro per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale. 🤔 In effetti Meta non è propriamente la capofila della battaglia a favore degli autori, dall’uso senza remore dei libri (https://futurism.com/meta-copyrighted-books-no-value) fino alla recente “Bob Dylan Defense” (https://www.youtube.com/watch?v=lSsEYfgmNl4&list=PLOWOzmlet9VtHtIdQ3QijfqrKqzSskyk3&index=3) ma, sempre citando il post precedente (https://t.me/gianluigizarantonello/500), anche Open Ai e Google non la pensano molto diversamente. 💡C’è chi allora, tra gli editori, sta andando a fare azioni proattive invece che subire: è il caso del New York Times e del suo clamoroso accordo con Amazon (https://www.nytimes.com/2025/05/29/business/media/new-york-times-amazon-ai-licensing.html), che arriva con la causa della stessa testata nei confronti di Open Ai ancora in corso. Una mossa che molti hanno letto (cfr. https://www.youtube.com/watch?v=jyrm7iTBQMk, e sono d’accordo) come modo di settare il “prezzo del consenso”, ossia la base economica minima da corrispondere per questi casi (che nel caso della causa poi deve essere maggiorata dei danni) per l’utilizzo dei contenuti. 🔍La via dell’accordo e dello sviluppo di strategie cooperative d’altra parte sembra essere forse l’unica davvero possibile rispetto alla battaglia senza quartiere: perfino Getty Images, che fin dai primi giorni della Ai generativa si è battuta per non avere contenuti “sintetici” sui suoi portali (https://arstechnica.com/information-technology/2022/09/fearing-copyright-issues-getty-images-bans-ai-generated-artwork/) e per promuovere un uso responsabile di queste tecnologie (https://arstechnica.com/tech-policy/2023/10/getty-images-built-a-socially-responsible-ai-tool-that-rewards-artists/) ha dichiarato, per bocca del suo CEO, che è “semplicemente troppo costoso combattere ogni singola battaglia in questo campo (https://arstechnica.com/tech-policy/2025/05/extraordinarily-expensive-costs-force-getty-to-pick-its-ai-legal-battles/) ”. ⚠️Ma, come sempre quando si parla di AI generativa, siamo veramente all’inizio del cambiamento, un po’ come agli albori della musica sul web e altri simili contesti. Servirà però una strategia che coinvolga tutti gli attori principali e i diversi organismi regolatori o l’impatto geopolitico potrebbe essere molto rilevante: se alcune nazioni dovessero liberalizzare questo tema e altre mantenere delle restrizioni, questo sposterebbe decisamente la mappa di dove fare sviluppo delle ai e le logiche con i prodotti potrebbero o meno essere usati e commercializzati.

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
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6/16/2025, 3:59:32 PM

🪄🤯The Illusion of Thinking: di sicuro Apple nel suo paper sui modelli di Ai generativa in grado di ragionare (https://ml-site.cdn-apple.com/papers/the-illusion-of-thinking.pdf) non ci ha girato molto attorno fin dal titolo, e ha scatenato grandi dibattiti in rete. 📆Il lavoro dei suoi ricercatori arriva subito a ridosso della WWDC 25 (https://developer.apple.com/wwdc25/), la conferenza per gli sviluppatori dove da un lato si è parlato largamente della nuova logica di interfaccia di unificata fra tutti i suoi device (ci torno) e dall’altra si è toccato in modo molto marginale (per i tempi odierni) il tema della AI, lasciando scontento parte del pubblico e non del tutto sereni gli investitori (https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/apple-cauta-sulla-genai-innovazione-graduale-e-maggiore-qualita-ecco-la-strategia/). 📒Partiamo dal paper: la tesi è quella che i modelli non ragionano davvero in quanto falliscono una serie di compiti, con degli apparenti crolli al raggiungimento di un certo livello di complessità. Tuttavia, molte di queste dimostrazioni possono essere smentite (vi consiglio di guardare questo video per una spiegazione ben fatta https://youtu.be/HFe4B6TUsms?si=OiSAqRZOD-uMIVKU) e, di base, resta sempre poco definito il concetto stesso di pensiero, tanto che in certe sfumature allora si potrebbe dire che nemmeno gli umani pensano (https://youtu.be/cxW7Wtz_QyI?si=36POuk5QaKqnSRaU). 🤔Questi limiti e l’uscita in concomitanza con un momento di comunicazione importante, alla vigilia quasi un “passaggio del Rubicone (https://www.forrester.com/blogs/apple-is-about-to-cross-its-ai-rubicon/?ref_search=0_1750064719828)” rispetto alla posizione dell’azienda in questa corsa all’AI, sembrano voler sminuire le tendenze oggi in corso per mitigare il proprio ritardo. C’è sicuramente del vero guardando a quanto (poco) è successo in merito dalla edizione 2024 (https://t.me/gianluigizarantonello/424) e confrontandolo con tutto quello che vediamo annunciare ogni giorno. 🔎Tuttavia, siccome il mondo non è in bianco e nero come tendono a dipingerlo le tifoserie digitali, vale la pena di allargare un po’ lo sguardo e leggere più approfonditamente le cose. 💻📱Come dice IDC qui https://blogs.idc.com/2025/06/10/beyond-the-interface-what-wwdc-reveals-about-apples-direction/, con la revisione completa dei nomi delle piattaforme software Apple e l'interfaccia utente (UI) su tutte le piattaforme che è stata riprogettata con un'estetica Liquid Glass Apple sembra puntare su un'esperienza utente rinnovata e unificata come mezzo principale per preservare la fedeltà all'ecosistema e stimolare gli aggiornamenti hardware (dove Apple ha molto più da dire, oggi). Rendendo l'esperienza più coesa, aumenta implicitamente la difficoltà degli utenti a prendere in considerazione il passaggio a piattaforme concorrenti. 🔐In questa prudenza, oltre ai temi di ritardo, c’è poi il fatto che Apple "pensa diversamente" in materia di privacy. Citando Forrester (https://www.forrester.com/blogs/apple-is-about-to-cross-its-ai-rubicon/?ref_search=0_1750064719828), Apple è sempre stata un'eccezione nel territorio dei colossi della tecnologia per il suo impegno a favore della privacy, incentrato sul cliente. Con l'IA che avanza a un ritmo incalzante, con le preoccupazioni etiche e sulla privacy in secondo piano, Apple può sfruttare il valore del suo marchio per ritagliarsi una posizione di partner affidabile per i consumatori nel selvaggio West dell'IA. 🔭Inoltre, come dice bene Fabio Lalli qui (https://fabiolalli.com/2025/06/14/apple-lai-il-contesto-ed-il-paradosso-dellinnovazione-e-della-pazienza/), c’è il tema di uno sguardo più al lungo periodo, che è caro anche a me (https://internetmanagerblog.com/2024/04/30/esiste-ancora-il-medio-lungo-periodo/): la vera domanda non è “quanto è potente un modello generativo”, ma “quanto può essere utile, efficiente e controllabile nel contesto di un dispositivo reale, personale, limitato in termini di risorse ma sempre acceso e connesso”. Si tratta del tema di un ecosistema AI, dove l’intelligenza artificiale diventa invisibile dentro i device con cui è profondamente integrata, magari anche con nuove esperienze di vision computing alle quali il Liquid Glass sembra adattarsi molto bene. ☯️Vista così, chiaramente il paper e la WWDC possono essere riletti in modo più positivo, anche se credo che la debolezza di Apple rispetto all’AI sia comunque un punto delicato, che forse potrebbe essere risolto avvalendosi di modelli terzi. I competitor però puntano anche loro ad un ecosistema di software integrato e hardware più o meno proprietario, per cui queste alleanze sono scivolose. E poi, Apple ha appena detto che anche questi tool non sono poi così potenti, in pieno disaccordo con la loro comunicazione…insomma ci sarà da vedere ancora molto!

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
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6/11/2025, 4:35:36 PM

Secondo le previsioni attuali di IDC, si prevede che gli investimenti nella trasformazione digitale (DX) raggiungeranno quasi 4.000 miliardi di dollari entro il 2028, rappresentando circa il 70% della spesa ICT totale (https://blogs.idc.com/2025/05/27/navigating-digital-transformation-amid-economic-uncertainty). Resta il tema di difendere questi budget in una fase di incertezza (https://hbr.org/2025/06/innovating-during-disruption), ma la trasformazione digitale non è più un percorso lineare, ma un continuum strategico. Il successo nel 2025 apparterrà alle aziende che investiranno (vedi https://www.mckinsey.com/capabilities/strategy-and-corporate-finance/our-insights/investing-in-innovation-three-ways-to-do-more-with-less) in solide fondamenta, sfrutteranno saggiamente l'AI e si adatteranno con determinazione, senza esitazione. IDC da dei consigli chiari: Investi in infrastrutture scalabili: crea sistemi hardware e cloud flessibili e predisposti per l'intelligenza artificiale per supportare la crescita a lungo termine (https://www.cio.com/article/3989302/come-gestire-e-ridurre-il-debito-tecnico-per-innovare-nellera-dellai.html). Costruire per la resilienza: diversificare i fornitori, localizzare le catene di fornitura e prepararsi alle continue interruzioni. Agisci rapidamente, ma in modo strategico: procedi con decisione verso la trasformazione, ottimizzando l'adattabilità e non la perfezione.

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
6/5/2025, 3:15:23 PM

🫢🤖La nuova ondata di novità nella AI generativa, a partire dalla soluzione Veo3 presentata nel recente Google I/O (vedi https://whatsapp.com/channel/0029VayGaIrC6Zvr4CkOLs3Z/151), porta con sé entusiasmi e riflessioni. 📺Proprio del prodotto di Google e di questo misto di stupore e preoccupazione riguardo alle potenzialità dell'IA parla questo bel video http://www.youtube.com/watch?v=GX-Me5xdtCM&t=0 di Raffaele Gaito, che sottolinea l'importanza di informare e capire le implicazioni. 😱Come faccio sempre vi rimando alla visione integrale, in cui vengono mostrati esempi di interviste e recensioni simulate da IA (evidenziando la difficoltà nel distinguere il vero dal falso), simulazioni di IA che prendono coscienza di sé, conversazioni filosofiche con IA e scenari futuristici con eventi organizzati da umani sintetici per altri umani sintetici. 🔎Da parte mia, sottolineo un concetto che avevo già espresso a ottobre 2024 parlando di Counterfeit Reality (cfr. https://t.me/gianluigizarantonello/455) e ancora prima a settembre dello stesso anno partendo da alcune letture sul Corriere (cfr. https://t.me/gianluigizarantonello/448): che cosa è considerabile davvero “reale” se non posso credere nemmeno a ciò che vedo? ⚠️Il rischio di truffe e illeciti è una grande problema ma perfino più grave è il fatto che tutto sia messo in dubbio per definizione, porta al rafforzamento delle proprie bolle digitali. Se vedo qualcosa che non mi piace nemmeno delle evidenze visive mi potranno far cambiare idea perché dirò che è un fake e sicuramente troverò qualche artefatto che mi dimostra il contrario. 📚Come già nell’edizione 2024, secondo il Global Risk 2025 Report del World Economic Forum (vedi https://www.weforum.org/publications/global-risks-report-2025/), la polarizzazione sociale resta una delle più grandi minacce dei prossimi due anni, insieme alla disinformazione, per cui non è un problema da poco… 💡Come sempre il punto di partenza deve essere l’educazione all’uso degli strumenti come forma di senso critico (vedi https://internetmanagerblog.com/2024/11/26/educazione_civica_digitale_e_formazione_a_uso_artificial_intelligence_nuove_tecnologie_/), la tecnologia non è mai buona o cattiva in quanto tale (cfr. https://internetmanagerblog.com/2024/09/17/la-tecnologia-e-buona-o-cattiva-considerazioni-su-x-brasile-pavel-durov-telegram-e-artificial-intelligence/) e per quanto si possa e debba regolamentare non può essere bloccata a titolo preventivo.

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
2/19/2025, 5:46:12 PM

🔎⁉️Quanto è importante l’adoption e il lavoro di accompagnamento nelle nuove soluzioni? Almeno quanto le soluzioni stesse! 💡Non è certo un tema nuovo, ne ho parlato tante volte, qui https://internetmanagerblog.com/2020/04/28/pensate-bene-gli-obiettivi-per-ladozione-della-tecnologia-o-la-disillusione-sara-molto-forte/ nel 2020 in maniera abbastanza verticale ma molto spesso in diverse angolazioni. 👩‍🎓⚖️ La riprova ennesima di questa verità è che anche su tecnologie relativamente semplici (una procedura documentale) un lavoro non ben fatto può creare davvero dei fallimenti di grandi dimensioni. Un esempio fuori dai soliti? Il processo penale telematico. In questo video https://youtu.be/gaQ30TUXLJs?si=H1YcGhP-1NgU2UjJ trovate tutti gli avvenimenti, i miei commenti sono: 1️⃣Non coinvolgere gli utilizzatori nella progettazione non fa risparmiare tempo, i guai arrivano tutti alla fine e siamo daccapo. 2️⃣I piloti si fanno per non testare le cose direttamente sul campo, sempre ma specie se il servizio è delicato come impatti. L’execution conta (cfr. https://internetmanagerblog.com/2022/02/08/il-momento-dell-eccellenza-persone-comunita-umanesimo-nel-business-recensione-tom-peters-roi-edizioni/)! 3️⃣L’adozione non è una notifica (cfr. https://internetmanagerblog.com/2016/08/02/5-buoni-motivi-per-cui-la-comunicazione-interna-e-un-tema-chiave-della-digital-transformation/), specie se all’ultimo secondo, che dice domani siamo live, e buona fortuna! 🤔 State sicuramente pensando che qui si parla di categorie poco digitalizzate (c’è del vero, vedi https://www.osservatori.net/comunicato/professionisti-e-innovazione-digitale/professionisti-spesa-digitale/), di inefficienza dei mondi ministeriali etc.: va bene, ma facciamo un bell’esame di coscienza anche sui nostri progetti!

Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
Gianluigi Zarantonello - Business Transformation con Le Persone Al Centro
2/24/2025, 5:00:41 PM

🧠🤖Chi usa regolarmente la Gen AI sta “avvizzendo” la propria “muscolatura cognitiva”, rischiando di praticare un “trasferimento cognitivo”, ovvero di ridurre il proprio coinvolgimento in favore di una maggiore efficienza lavorativa che è però acritica e passiva. ⁉️Uno statement dei soliti nostalgici avversi al progresso? In realtà, sono contenuti tratti da un’indagine pubblicata qualche giorno fa da Microsoft Research (https://www.microsoft.com/en-us/research/uploads/prod/2025/01/lee_2025_ai_critical_thinking_survey.pdf) in collaborazione con la Carnegie Mellon University! Apriti cielo, sono impazziti, hanno litigato malamente con OpenAI (il che è sempre possibile), o entrambe?!? 🔎In realtà, come scrive Wired nel suo commento (https://www.wired.it/article/microsoft-intelligenza-artificiale-pensiero-critico), non si parla di un trend così catastrofico e più che un appiattimento del pensiero in senso assoluto quello che potrebbe essere a rischio è la qualità del pensiero critico, e questo sicuramente è un rischio reale. 📚Se già ad ottobre “Nature Human Behavior” pubblicava "The case for human-AI interaction as System 0 thinking” (https://www.nature.com/articles/s41562-024-01995-5, che analizza come i chatbot e altre tecnologie simili stiano cambiando i nostri processi cognitivi, non necessariamente o automaticamente in meglio) ancora prima, nel 2008, l’articolo Is Google Making Us Studip What the Internet is doing to our brains di Nicholas Carr (https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2008/07/is-google-making-us-stupid/306868/) pubblicato su The Atlantic guardava alla stessa situazione con il contesto tecnologico dell’epoca. 💡🎓Non è quindi un fatto nuovo (per secoli le nuove tecnologie hanno avuto simili impatti concettuali, cfr. https://t.me/gianluigizarantonello/133) ma il fattore rilevante è la velocità con cui questi cambiamenti avvengono, per cui l’educazione all’uso degli strumenti diventa una priorità estremamente alta (lo dico sempre, ma lo è, vedi https://internetmanagerblog.com/2024/11/26/educazione_civica_digitale_e_formazione_a_uso_artificial_intelligence_nuove_tecnologie_/).

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