
Nam Myoho Renge Kyo
May 30, 2025 at 11:00 PM
«"Da infiniti kalpa nel passato ho esaltato e insegnato la Legge del nirvana, ponendo fine alle prolungate sofferenze di nascita e morte". Questo è ciò che insegnavo di solito. Sappi, Shariputra che quando guardai i figli del Budda, ne vidi innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni che avevano deciso di ricercare la via del Budda, ciascuno con animo rispettoso e reverente, tutti convenuti al luogo del Budda, persone che in passato avevano ascoltato altri Budda e udito la Legge predicata tramite espedienti. Immediatamente mi venne un pensiero: la ragione per cui il Tathagata è apparso è perché possa predicare la saggezza del Budda. Adesso è il tempo giusto per farlo. Sappi, Shariputra, che le persone di limitate capacità e scarsa saggezza, attaccate alle apparenze, orgogliose e arroganti, sono incapaci di credere in questa Legge. Adesso io, felice e senza paura in mezzo ai bodhisattva, mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema. Allorché i bodhisattva udranno questa Legge, saranno liberati dai grovigli del dubbio».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. II. Espedienti)
«[...] il Sutra del Loto rappresenta il ciclo ininterrotto di nascita e morte, nascita e morte. Poiché c'è la nascita, il sutra inizia con le parole nyo ze gamon, "Questo è ciò che io ho udito" (primo capitolo). La prima parola, nyo, significa nascita. E poiché c'è la morte, il sutra si conclude con le parole sarai ni ko, "si inchinarono rispettosamente e si accomiatarono" (ventottesimo capitolo). L'ultima parola, ko (si accomiatarono), significa morte. E la parola sarai (si inchinarono rispettosamente) rappresenta le azioni di noi esseri viventi nell'intervallo tra la nascita e la morte. Queste azioni sono azioni di Myoho-renge-kyo».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 28. Gli incoraggiamenti del bodhisattva Virtù Universale)
«Leggere anche una sola frase di questo sutra o scriverne anche un solo carattere o tratto può diventare la causa che permette di sfuggire alle sofferenze di nascita e morte e ottenere una grande illuminazione. Fu così che una persona, grazie alla relazione formata con le parole di questo sutra, poté ritornare alla vita dal palazzo di Yama, il giudice dei morti. E quando un’altra persona scrisse i sessantaquattro caratteri dai quali sono composti i titoli degli otto volumi del Sutra del Loto il suo defunto padre fu condotto nel regno del cielo. Perché è una realtà che sia gli esseri sia l’ambiente dell’inferno Avichi esistono nella vita del supremo santo [il Budda] e sia l’inferno sia i palazzi del cielo fanno parte della struttura del Tathagata. La vita e l’ambiente del [Budda] Vairochana non trascendono le vite degli esseri comuni; la sua forma illuminata non si discosta mai dai vaneggiamenti e dalle illusioni degli esseri comuni. Le parole meravigliose del Sutra del Loto aumentano la luminosità della pura terra del Picco dell’Aquila; i sessantanovemila caratteri con cui è scritto incrementano lo splendore dell’oro purissimo dalle sfumature violacee».
Dal Gosho “Sul conseguimento della Buddità da parte delle donne” (RSND, vol. II)