Nam Myoho Renge Kyo
Nam Myoho Renge Kyo
June 3, 2025 at 10:24 PM
«L'Onorato dal Mondo nella sua grande benevolenza si avvale di una cosa rara; pieno di pietà e compassione insegna e converte arrecando beneficio a noi tutti. Chi mai potrebbe ripagare il debito anche nel corso di innumerevoli milioni di kalpa? Se anche offrissimo mani e piedi, chinassimo il capo in segno di obbedienza e offrissimo doni di ogni tipo, nessuno di noi potrebbe ripagarlo». Da “Il Sutra del Loto” (cap. 4. Fede e comprensione) «L'Onorato dal mondo è il Budda Shakyamuni. La grande benevolenza è Nam-myoho-renge-kyo. Se desideriamo ripagare la grande benevolenza del Budda Shakyamuni, dovremmo accettare e sostenere il Sutra del Loto. Questo è il modo di mostrare riconoscenza al Budda Shakyamuni per la sua benevolenza. La ragione per cui la grande benevolenza è interpretata come un riferimento al Daimoku è spiegata nelle parole che seguono, "si avvale di una cosa rara". La cosa rara è il Daimoku. Per più di quarant'anni questa grande benevolenza, il Sutra del Loto, fu tenuta segreta, e poi, negli otto anni che seguirono, la grande benevolenza fu esposta e rivelata. Il primo volume di Parole e frasi dice: "Il Re del Dharma rivela la via [che le persone dovrebbero seguire]". La via è la grande benevolenza del Sutra del Loto. Ora, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, pensando così di salvare tutti gli esseri viventi del paese del Giappone, non è questo un esempio della grande benevolenza dell'Onorato dal mondo?». Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 4. Fede e comprensione) «Quando il Tathagata Shakyamuni si impegnò per innumerevoli kalpa nella pratica di bodhisattva, divise tutta la fortuna e i meriti che aveva accumulato in sessantaquattro parti, per sé ne tenne una e lasciò le altre sessantatre in questo mondo, facendo il seguente voto: "Ci sarà un’epoca in cui predomineranno le cinque impurità, fioriranno gli insegnamenti errati e le persone che offendono la Legge riempiranno il mondo. Le innumerevoli divinità guardiane benevolenti, private del gusto della Legge, esauriranno il loro potere e la loro capacità di influenza. Il sole e la luna perderanno la loro luce, i draghi celesti non faranno cadere la pioggia e le divinità terrestri diminuiranno la fertilità del suolo. Radici e gambi, rami e foglie, fiori e frutti perderanno le proprietà medicinali e i sette sapori. Anche coloro che divennero re per aver osservato i dieci buoni precetti nelle vite precedenti diventeranno avidi, collerici e stupidi, i figli non rispetteranno più i genitori e ci sarà discordia fra i sei parenti. I miei discepoli, pur radendosi il capo, saranno ignoranti e senza precetti e, per questo, saranno abbandonati anche dalle divinità tutelari e non avranno di che vivere. Per sostenere la vita di questi monaci e monache [lascio loro sessantatre parti dei miei meriti]". Inoltre, il Budda divise i benefici che aveva conseguito come effetto della sua pratica in tre parti e ne utilizzò per sé solo due: egli avrebbe dovuto vivere fino all’età di centoventi anni, ma morì dopo ottant’anni, offrendo a noi gli altri quarant’anni. Anche versando tutta l’acqua dei quattro grandi mari sulle pietre da inchiostro, bruciando tutti gli alberi e le piante per fare i bastoncini d’inchiostro, raccogliendo le setole di tutti gli animali per fare i pennelli e usando tutte le superfici dei mondi delle dieci direzioni come carta per descrivere la nostra riconoscenza, come potremmo mai ripagare il debito di gratitudine verso il Budda? Quanto al debito di gratitudine verso la Legge, la Legge è la maestra di tutti i Budda. È a causa della Legge che i Budda sono degni di rispetto. Perciò, chi vuole ripagare il debito di gratitudine dovuto al Budda, deve prima ripagare il debito nei confronti della Legge». Dal Gosho “I quattro debiti di gratitudine” (RSND, vol. I)

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