Nam Myoho Renge Kyo
Nam Myoho Renge Kyo
June 15, 2025 at 10:24 PM
«[...] immaginate un bravo medico, saggio ed esperto, che sa preparare le medicine per curare qualsiasi malattia. Egli ha molti figli, forse dieci, venti o anche cento. Un giorno si reca lontano in un altro paese per occuparsi di certi affari. Dopo che si è allontanato, i figli bevono un veleno che li fa spasimare dal dolore e li fa cadere a terra agonizzanti. A quel tempo il padre torna a casa e scopre che i figli hanno bevuto il veleno. Alcuni sono completamente fuori di sé, mentre altri non lo sono. Vedendo il padre che è tornato da lontano, tutti i figli si rallegrano, si inginocchiano e lo implorano: « "Quanto siamo felici che tu sia tornato sano e salvo. Siamo stati stupidi e per errore abbiamo bevuto del veleno. Ti preghiamo di curarci e di farci vivere ancora!". Il padre, vedendo i figli così sofferenti, segue varie ricette: raccoglie buone erbe medicinali, tutte perfette nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole, le macina, le setaccia e le miscela insieme. Ne dà una dose ai figli dicendo loro: "Questa è una medicina molto efficace, perfetta nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole. Prendetela e sarete presto guariti dai vostri dolori e liberi da qualsiasi malattia". I figli che non hanno perso il senno capiscono che si tratta di una buona medicina, sopraffina per colore e aroma, la prendono e guariscono subito dai loro mali. Coloro che invece non sono più in sé sono egualmente felici di vedere il padre che è tornato e lo implorano di curarli, ma quando viene data loro la medicina, rifiutano di prenderla. Perché? Perché il veleno è penetrato profondamente ed essi hanno perduto il senno. Così, benché la medicina sia di colore e aroma eccellenti, essi non credono che sia buona». Da “Il Sutra del Loto” (cap. XVI. Durata della vita del Tathagata) «"Qualche tipo" si riferisce a [il tipo somministrato da] i preti degli insegnamenti Nembutsu, Zen e della Vera parola, che offendono la Legge. "Veleno" si riferisce agli espedienti degli insegnamenti provvisori, cioè, qualcosa di diverso dalla buona medicina del Sutra del Loto. Perciò "i figli" diventano confusi e sconvolti. "Sconvolti" significa essere privati del respiro. Sono sconvolti perché mancano della forza vitale del capitolo Durata della vita del Tathagata. "Li fa cadere a terra agonizzanti" indica che essi cadono nell'inferno Avichi. Riguardo al brano sui figli che bevono il veleno, il commentario [Parole e frasi, volume nono] dice: "Credere e accettare le dottrine dei falsi maestri è definito 'bere il veleno'". I figli rappresentano coloro che offendono la Legge, e il veleno che viene bevuto sono le dottrine provvisorie di Amida, Mahavairochana e simili. Ma ora quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, essi non stanno bevendo il veleno». Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 16. Durata della vita del Tathagata) «Nel Sutra del Nirvana il Budda, parlando di ciò che sarebbe accaduto in futuro, dice: "A quel tempo i vari ladri prenderanno gli insegnamenti simili al ghee e li annacqueranno. E aggiungeranno così tanta acqua che gli insegnamenti paragonabili al latte fresco, alla panna e al ghee perderanno tutto il loro sapore". I sutra Agama dello Hinayana sono paragonabili al sapore del latte fresco. I sutra Corretti ed equi, come il Sutra della Grande raccolta, il Sutra di Amida, il Sutra dei Profondi segreti, il Sutra Lankavatara e il Sutra di Mahavairochana, sono paragonabili al sapore della panna. I sutra della Saggezza sono paragonabili al sapore del latte cagliato, il Sutra della Ghirlanda di fiori al sapore del burro e i sutra del Loto e del Nirvana al sapore del ghee. E, nonostante i sutra hinayana possano essere paragonati soltanto al sapore del latte fresco, se una persona li pratica come insegnò il Budda, come potrebbero non rappresentare una medicina di qualche genere? A maggior ragione dunque lo saranno i vari sutra mahayana e ancor di più il Sutra del Loto! Bisogna tener presente, però, che complessivamente ci sono stati 187 traduttori, i quali hanno portato a termine il compito di trasmettere i sutra dall’India alla Cina. A eccezione di un unico uomo, il Maestro del Tripitaka Kumarajiva, tutti gli altri 186 nelle loro traduzioni hanno annacquato il latte degli insegnamenti e mescolato veleno alla medicina. Ma i vari maestri e studiosi inesperti, che non se ne rendono conto, non capiscono nemmeno che, anche recitando l’intero corpo dei sutra o imparando a memoria le dodici suddivisioni delle scritture, difficilmente potrebbero sfuggire alle sofferenze di nascita e morte. Può sembrare che le preghiere offerte oggigiorno abbiano un qualche effetto, ma non si tratta del tipo di preghiere che possono essere comprese e accolte dalle divinità del cielo e della terra. In realtà è il demone del sesto cielo, con le sue schiere, a dare l’impressione che venga concessa protezione e che la dottrina stia avendo un effetto. E alla fine né le persone che offrono quelle preghiere né i loro sostenitori possono sperare di ottenere pace e tranquillità in questo modo. Sono paragonabili ai discepoli di un medico anziano che rubano la medicina che egli ha lasciato mescolata con il veleno, oppure ne vengono in possesso senza sapere bene come, e cercano di usarla per guarire una persona malata. Com’è possibile che così facendo le restituiscano la salute?». Dal Gosho “Sul rimproverare Hachiman” (RSND, vol. II)

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