
Radio Antinpaniko
June 18, 2025 at 08:58 PM
Post editoriale di Andrea Bagnoli.
Sarà che appartengo ad un'altra scuola politica, ma sinceramente mi ha sempre lasciato perplesso, il debole che altre scuole politiche (siano esse di sinistra, o di destra) hanno, nei confronti dei comandanti in divisa militare.
Se questi sono di destra, tendono ad avere divise da "alto rango", se invece sono di sinistra tendono ad averele più da "teatro operativo"; ovviamente ci sono le eccezioni e varie ibridazioni estetiche storiche a questo schema, ma la falsariga è più o meno questa.
La cosa intrigante, è che pure le monarchie hanno questo amore per la divisa militare, espresso con divise di "altissimo rango", perchè le case regnanti, che rappresentano il concetto di monarchia, effettivamente discendono dalle famiglie dell'antica aristocrazia guerriera e non perdono occasione per ricordarlo.
Probabilmente essendo la destra, portatrice di conservazione e reazione, essa ama le divise di "alto rango", sia perchè spesso i suoi comandanti sono già gli stessi vertici delle forze armate del paese del quale prendono il potere, sia per ricollegarsi al concetto di "aristocrazia/monarchia guerriera" e avere un aspetto che rimanda ai concetti di "legge, ordine e disciplina" e di "casta partitico-guerriera", tanto cari alla destra.
A sinistra, invece, specie se di origine marxista (ma non solo marxista) la divisa del comandante deve essere la più semplice e operativa possibile, in modo che il popolo rivoluzionario (e/o combattente) possa identificarsi col suo leader, che, essendo "Capo Popolo", può incarnare benissimo certi concetti populisti, come quello esemplificativo di "dittatura del proletariato".
Sarà proprio perchè detesto il concetto di "dittatura", sia essa direttamente militare, o di una casta partitica, o del proletariato, che non riesco ad diventare entusiasta (come invece accade a tanti altri, comprese molte realtà delle quali condivido i post) ogni qual volta si presenta il "Capo Popolo" in divisa; anzi ne provo istintiva diffidenza.
Soprattutto, quello che non sopporto è l'aura mitologica da "liberatori dei popoli" che costoro assumono, specie in contesti di realtà colonizzate (o para-colonizzate), quando invece nella pressochè totalità dei casi essi non fanno altro che passare dalla sottomisione di un imperialismo esterno, alla sottomissione ad un altro imperialismo avverso al precedente, lasciando pressochè invariate (se non addirittura peggiornado) le pessime condizioni sociali, economiche e di diritti umani, delle popolazioni da loro guidate.
Ecco perchè non riesco, anzi mi rifiuto proprio categoricamente, di esaltare acriticamente la memoria di storici "comandanti", così come di celebrare fideisticamente l'avvento dei nuovi "comandati", di questo, o quel, paese.
Per tutto il resto, ho anche dei difetti...
...Buona Serata!
Andrea Bagnoli
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