
Radio Antinpaniko
June 19, 2025 at 05:52 PM
Condivisione storica e culturale dal profilo di Raffaella Sutter:
Ricorrenze: Piero Gobetti (Torino, 19 giugno 1901 – Parigi, 15 febbraio 1926) è stato un giornalista, politico e antifascista italiano. Fondò e diresse le riviste Energie Nove, La Rivoluzione Liberale e Il Baretti.
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Piero Gobetti nasce a Torino da genitori di origine contadina, Giovanni Battista e Angela Canuto, trasferitisi da Andezeno in città poco prima della sua nascita. Piero frequenta il liceo Gioberti e, nell’ottobre del 1918, si iscrive alla facoltà torinese di Giurisprudenza. Ancora al liceo, nel novembre 1918, fonda la prima rivista “Energie Nove” di cui fanno parte Ada Gobetti, Giuseppe Manfredini, Edmondo Rho, Edoardo Ravera. Nel 1919 aderisce ai Gruppi d’azione degli amici dell’“Unità”. Nell’aprile partecipa a Firenze al primo congresso degli unitari: in quest’occasione conosce Salvemini, dal quale riceve la proposta di assumere la direzione dell’“Unità”, che Gobetti rifiuta. Nel febbraio 1920 sospende la pubblicazione di “Energie Nove”, motivando la decisione con il bisogno di approfondire in silenzio le ragioni del proprio impegno.
Tra l’agosto e il settembre 1920 guarda con entusiasmo all’occupazione delle fabbriche, “la più grande battaglia del secolo”. È il segno di un reciproco diverso atteggiamento tra l’ambiente dell’“Ordine Nuovo” e Gobetti, che intensifica il rapporto con la redazione del giornale dove, durante il 1921, scrive come critico teatrale.
Il 12 febbraio 1922 esce il primo numero della “Rivoluzione Liberale”. La nuova rivista si propone di formare “una classe politica che abbia chiara coscienza delle sue tradizioni storiche e delle esigenze sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello Stato” e di studiare il Risorgimento e la Storia d’Italia, l’esame delle forze politiche, dei partiti e delle questioni politiche attuali. Un tratto peculiare della rivista è l’opposizione al fascismo, di cui si occupa sin dal maggio 1922.
L’11 gennaio 1923 sposa Ada Prospero. Nello stesso anno pubblica La filosofia politica di Vittorio Alfieri, la sua tesi di laurea in giurisprudenza, sostenuta nel luglio 1922 con Gioele Solari; Felice Casorati pittore, che è la prima monografia dedicata all’artista piemontese; La frusta teatrale, nato dalla sua passione per il teatro; Dal bolscevismo al fascismo.
Nel marzo dà vita ad una casa editrice che in poco più di due anni pubblica oltre cento libri di alcuni tra i giovani più promettenti e di alcuni dei più autorevoli esponenti dell’antifascismo: Luigi Einaudi, Francesco Saverio Nitti, Giovanni Amendola, Francesco Ruffini, Luigi Sturzo e Igino Giordani, il socialista Alfredo Poggi, il sindacalista rivoluzionario francese Edouard Berth, il “fascista” Curzio Malaparte, il meridionalista Guido Dorso. Pubblica Nazionalfascismo di Luigi Salvatorelli e, nel 1925, Ossi di seppia di Eugenio Montale, “una delle più severe e delle più originali esperienze poetiche della nostra nuova letteratura”.
Il primo luglio Gobetti pubblica sulla sua rivista un saggio dedicato a Giacomo Matteotti, tra il luglio e il novembre lavora alla formazione dei “Gruppi della Rivoluzione Liberale”. Il 10 luglio il governo fascista vara dei provvedimenti di forte limitazione della libertà di stampa. Il 5 settembre Gobetti viene aggredito da un gruppo di fascisti in via XX Settembre. Il 23 dicembre esce il primo numero del periodico letterario “Il Baretti”: testimonianza dell’interesse letterario di Gobetti. A partire dalla letteratura egli si propone di creare un nuovo strumento di coinvolgimento e di mobilitazione che ponga in primo piano la questione fondamentale della dignità e dell’indipendenza degli intellettuali.
Nel 1924 presso l’editore Cappelli di Bologna esce il capolavoro politico di Gobetti, La Rivoluzione Liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia.
Nel gennaio 1925 “La Rivoluzione Liberale” viene sequestrata: è il primo di una serie di sequestri, un vero e proprio stillicidio che si prolunga per tutto il 1925. L’11 novembre, dopo una diffida da parte del prefetto di Torino, “La Rivoluzione Liberale” cessa le pubblicazioni. Gobetti decide di andare in esilio per poter continuare il suo lavoro. Il 28 dicembre, nasce a Torino, al numero 6 di via Fabro, il figlio Paolo. Il 6 febbraio Gobetti parte per Parigi, lasciando a Torino la sposa e il figlio. Il 13, ammalatosi gravemente di bronchite, viene trasportato in clinica; il 15 muore verso mezzanotte. È sepolto al Père Lachaise.
Dopo la morte, a cura di Santino Caramella, nel 1926 escono i due volumi storici Risorgimento senza eroi, che reca la dedica “A mio figlio Paolo” e Paradosso dello spirito russo. Nel 1927 Caramella cura una scelta degli articoli di Gobetti: Opera critica, Edizioni del Baretti, Torino 1927, in due volumi.
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