Radio Antinpaniko
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June 20, 2025 at 02:28 PM
Condivisione storica e culturale, legata alla Giornata internazionale del Rifugiato, dal profilo di Raffaella Sutter: Ricorrenze: 20 giugno Giornata internazionale del Rifugiato. Poesie sull'esilio. Mahmoud Darwish Innamorato della Palestina I tuoi occhi sono una spina nel cuore lacerano, ma li adoro. Li proteggo dal vento e li conficco nella notte e nel dolore cosi la sua ferita illumina le stelle, trasforma il presente in futuro più caro della mia anima. Dimentico qualche tempo dopo quando i nostri occhi si incontrano che una volta eravamo insieme, dietro il cancello. Le tue parole erano una canzone che io tentavo di cantare ancora, ma la tribolazione si era posata sulle fiorenti labbra. Le tue parole come la rondine volarono via da casa mia volarono anche la nostra porta e la soglia autunnale inseguendo te, dove si dirigono le passioni …. I nostri specchi si sono infranti la tristezza ha compiuto 2000 anni, abbiamo raccolto le schegge del suono e abbiamo imparato a piangere la patria. La pianteremo insieme, nel petto di una chitarra; la suoneremo sui tetti della diaspora alla luna sfigurata ed ai sassi. Ma ho dimenticato, oh tu dalla voce sconosciuta ! Ho dimenticato, è stata la tua partenza ad arrugginire la chitarra, o è stato il mio silenzio ? Ti ho vista ieri al porto viaggiatore senza provviste … senza famiglia. Sono corso da te come un orfano chiedendo alla saggezza degli antenati: perché trascinare il giardino verde in prigione, in esilio, verso il porto se rimane, malgrado il viaggio, l’odore del sale e dello struggimento, sempre verde? Ho scritto sulla mia agenda: amo l’arancio e odio il porto, ho aggiunto sulla mia agenda: al porto mi fermai la vita aveva occhi d’inverno, avevamo le bucce dell’arancio e dietro di me la sabbia era infinita! Giuro, tesserò per te un fazzoletto di ciglia scolpirò poesie per i tuoi occhi con parole più dolce del miele scriverò “sei palestinese e lo rimarrai” Palestinesi sono i tuoi occhi, il tuo tatuaggio Palestinesi sono il tuo nome, i tuoi sogni i tuoi pensieri e il tuo fazzoletto. Palestinesi sono i tuoi piedi, la tua forma le tue parole e la tua voce. Palestinese vivi, palestinese morirai. --------------- Darwish nacque il 13 marzo 1941 in un villaggio della Galilea, al-Birweh, in prossimità di Acri, in una famiglia che viveva del lavoro della terra che possedeva. Nel 1948 la famiglia fu costretta a esiliarsi in Libano, dove passò un anno per poi tornare in segreto nel 1949, dopo la creazione dello Stato di Israele. Il villaggio però era stato raso al suolo e al suo posto erano stati costruiti un moshav (comunità cooperativa agricola) e un kibbutz mentre loro, figli di al-Birweh, non avevano più né casa né identità. A quel punto, Darwish si trasferì con la sua famiglia nel villaggio di al-Jedide. Alla fine degli studi liceali a Kfar Yasif si iscrisse al partito comunista israeliano e lavorò per «al-Ittihad», il giornale del partito, e per la testata «al-Jadid», di cui più tardi diventò caporedattore. Nel 1967 fu arrestato dagli israeliani a causa della sua poesia Carta d'identità, considerata sovversiva dalle autorità occupanti. Nel 1970 abbandonò definitivamente la Palestina/Israele per un periodo di studio in Unione Sovietica, dove si costruì una solida preparazione linguistico-letteraria. In seguito trascorse la sua vita risiedendo nelle principali città del mondo arabo: Il Cairo, Beirut, Amman. A Beirut diresse un mensile («Affari Palestinesi»), poi diventò direttore della rivista letteraria palestinese «al-Karmel». Visse a Beirut fino al 1982. La casa tremava. Era iniziata l'invasione israeliana del Libano: migliaia di raid aerei, migliaia di morti; l'OLP esce da Beirut e con essa Mahmud Darwish. Dopo un periodo di esilio a Cipro, visse tra Beirut e Parigi, dove nel 1986 scrisse l'epopea del 6 agosto 1982, quando le bombe israeliane cominciarono a piovere su Beirut, in Una memoria per l'oblio. Lavorò anche al Cairo presso il quotidiano nazionale «al-Ahram». Nel 1987 fu eletto nel Comitato Esecutivo dell'OLP, successivamente scrisse il testo della Dichiarazione d'Indipendenza dello Stato Palestinese, documento promulgato nel 1988. Nel 1993, dopo il raggiungimento degli accordi di Oslo, si dimise dal Comitato Esecutivo. Nel 1996, dopo ventisei anni di esilio, ottenne un permesso per visitare la sua famiglia nello stato di Israele e nello stesso periodo stabili la propria residenza tra Ramallah e Amman. Negli ultimi anni si dedicò assiduamente alla poesia componendo numerose raccolte, nelle quali continuò a cantare I luoghi che amava descrivendo minuziosamente una roccia, una collina, un colore e provocando diverse gelosie, tra cui quella dell'ex premier israeliano Sharon, che gli invidiava la descrizione della patria amata. Poi morì. Il cuore gli cedette il 9 agosto 2008 negli Stati Uniti (di cuore era già stato operato, una prima volta nel 1984 e una seconda nel 1998, dopo la quale scrisse il poema Murale, nel 2000, un magnifico dialogo con la morte). (nota biografica di CHIRINE HAIDAR) #storia #cultura #giornatamondialedelrifugiato #palesitina #letteratura #arte #cultura #poesia #politica

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